mercoledì 20 febbraio 2013

PDL, da sempre alleato della Lega contro il Sud


Una costante nel panorama politico italiano dal 1994 a oggi è l’alleanza fra la Lega Nord e le diverse formazioni capeggiate da Silvio Berlusconi in questo arco temporale. Con l’eccezione dello scontro fra la Lega e il “cavaliere” che portò alla caduta del primo governo Berlusconi nel gennaio 1995 e la decisione della Lega di non appoggiare il Governo Monti nel novembre 2011, sostenuto invece dal Popolo delle Libertà, l’intesa fra i leghisti e il “cavaliere” è stata virtualmente perfetta. La presenza della Lega Nord nei quattro governi Berlusconi è stata ininterrotta ed ha permesso a Bossi e compari di bloccare qualsiasi iniziativa a favore dei nostri territori, ostacolando anche i progetti dell’Unione Europea che prevedevano il cofinanziamento da parte del governo italiano.

Berlusconi e la Lega hanno governato l’Italia per 8 degli ultimi 11 anni, ed in due occasioni, con il Berlusconi II (dal giugno 2001 all’aprile 2005) e il Berlusconi IV (dal maggio 2008 al novembre 2011), hanno potuto governare liberamente per periodi relativamente lunghi, (tre anni e dieci mesi nel primo caso e tre anni e sei mesi nel secondo), con maggioranze
subordinate alle esigenze poste dalla base leghista rispetto al federalismo fiscale, gli interventi dello Stato a favore del Sud e le riforme istituzionali .

Negli ultimi 11 anni, il Sud ha visto un aumento drastico della disoccupazione, la chiusura di fabbriche, una nuova “transumanza” di giovani verso il Nord e l’estero, l’eliminazione progressiva e sistematica delle poche infrastrutture, dalle stazioni ferroviarie alle tratte stesse, e finanche l’eliminazione degli autori del Sud dai libri di testo delle scuole. Dal 2007 al 2011, durante il Berlusconi IV, il Sud ha visto il suo Prodotto interno lordo (Pil) diminuire del 6,8%.  L’occupazione nel Sud è calata di 330 mila unità fra il 2007 e il 2012 mentre, nello stesso periodo, al centro nord è aumentata di 32 mila unità.

Secondo i dati SVIMEZ 2011, nel periodo fra il 2001 e il 2011 (ovvero durante il periodo in cui Berlusconi ha governato direttamente per circa otto anni), il Sud ha segnato una media annua negativa dello 0,3%, mentre il Centro-Nord è cresciuto del 3,5%. Sempre secondo i dati SVIMEZ 2011, nel Sud dove sono presenti meno del 30% degli occupati italiani, si concentra il 60% delle perdite di lavoro causate dalla crisi ed il tasso di occupazione giovanile (sotto i 34 anni) è sceso nel 2010 al 31,7% (nel 2009 era del 33,3%), con meno di un giovane su tre impiegati. La situazione è ancora più drammatica per le giovani donne, il cui tasso di occupazione nel 2010 ha toccato quota 23,3%, pari a 25 punti in meno rispetto al Nord del Paese (56,5%), con tre su quattro che non hanno lavoro. Per il Sud, le politiche dei tre governi Berlusconi a trazione leghista, che si sono succeduti fra il 2001 e il 2011, hanno aperto di nuovo le strade dell’emigrazione, con quasi 600 mila uomini e donne partiti fra il 2000 e il 2009.

Con le elezioni del 24 e 25 febbraio 2013, Silvio Berlusconi si presenta ancora una volta alle popolazioni dei nostri territori per chiedere il voto, promettendo tutto, dall’eliminazione dell’IMU a quella di Equitalia.
E’ un uomo molto coraggioso, ma forse più di lui sono coraggiosi i suoi ex ministri meridionali, come la salernitana Mara Carfagna e la siracusana Stefania Prestigiacomo, che hanno votato senza vergogna e senza esitazioni a favore di provvedimenti penalizzanti per i nostri territori, in perfetta linea con quanto proposto dalla Lega Nord. Il federalismo avvelenato, come lo definisce il meridionalista Marco Esposito, è il prodotto del matrimonio fra la Lega Nord e Silvio Berlusconi nelle sue varie vesti, da Forza Italia al Popolo della Libertà. Un voto meridionale a Silvio Berlusconi e alla sua coalizione leghista sarà un atto grave di autolesionismo della gente dei nostri territori, ancora illusa che la promessa elettorale possa trasformarsi nel posto di lavoro o nel famoso “pacco di pasta”.