venerdì 10 gennaio 2014

Consiglieri di Bacoli a difesa dei “briganti” contro gli eredi del generale Cialdini !

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I MeridionalistiDemocratici-federalisti europei elogiano i consiglieri comunali bacolesi, Adele Schiavo e Josi Gerardo Della Ragione, per aver difeso la verità storica contro la decisione della maggioranza del Consiglio Comunale di Bacoli, presa il 17 dicembre 2013, di ringraziare l'Arma dei Carabinieri “per la lotta alla camorra e per la lotta ai briganti” in occasione del bicentenario dell'arma il prossimo giugno.

Adele Schiavo e Josi Della Ragione, del gruppo indipendente, avevano proposto un emendamento in cui chiedevano l’eliminazione della parte della frase relativa alla lotta ai briganti, ma non sono riusciti a convincere i consiglieri del Partito Democratico e di Forza Italia, che invece sono uniti nel portare avanti una visione falsata del cosiddetto risorgimento.

da braccianti a briganti
La giornalista Marica Marzella ha scritto sul sito di Freebacoli che “questa decisione, per chi non sa la storia dei briganti e conosce la parola soltanto nel suo senso dispregiativo, è perfettamente legittima, quasi giusta. Ma per chi la conosce, è una decisione vergognosa. Le 'bande di briganti' erano gruppi, più o meno armati, di persone, tra cui anche ufficiali dell’esercito borbonico, che combattevano per impedire la conquista sabauda della loro terra. Per impedire i saccheggi, gli omicidi, le carneficine che erano diventate un’abitudine all'indomani della famigerata Unità. Persone che hanno combattuto per il loro paese e che, come sempre avviene nella storia, sono state svilite e demonizzate dal vincitore.  Finché le cose non si sanno, ci si può giustificare con la propria ignoranza. Ma non è questo il caso. Molti dei consiglieri, infatti, hanno affermato di conoscere la storia. Ma, nonostante ciò, non hanno cambiato idea.”

Carabinieri nel periodo  post unitario
I Meridionalisti Democratici esprimono massimo rispetto per i carabinieri e per le altre forze dell'ordine che ogni giorno combattono il crimine organizzato, indipendentemente dai dubbi sollevati da diversi magistrati su possibili accordi fra Stato italiano e mafia. Tuttavia, se l'Arma celebra 200 anni di esistenza, ovvero celebra la sua appartenenza allo stato dei Savoia, quello stesso stato che li ha usati assieme ai Bersaglieri per massacrare la nostra gente con la barbara occupazione del 1860-61, allora c'è ben poco da celebrare da parte nostra. L'Arma dovrebbe iniziare un percorso di revisione storica, ammettendo i crimini commessi contro le popolazioni meridionali e semmai riconoscere anche che esistevano i Carabinieri del Regno delle Due Sicilie.

I Meridionalisti Democratici sostengono e ringraziano Adele Schiavo e Josi Della Ragione per la battaglia che hanno fatto per difendere la memoria dei nostri partigiani, dei cosiddetti Briganti, e si ripromettono di continuare con ancora più forza e determinazione la battaglia contro le politiche del Partito Democratico e di Forza Italia, due dei maggiori partiti nazionali, sistematicamente alleati nel sostenere la politica coloniale italiana nei nostri territori.

Fuga dei cervelli dal meridione
Questa politica oggi come allora serve per alimentare una disoccupazione doppia al sud rispetto al centro-nord, una emigrazione che, dalla conquista militare del nostro vecchio stato ad oggi, ha superato 25 milioni di meridionali, un reddito medio pro-capite che è la metà di quello degli abitanti del nord, un disastro ambientale senza precedenti, delle infrastrutture paragonabili a quelle del terzo mondo, un sistema sanitario costoso e scadente e nessuna prospettiva positiva per le giovani generazioni.

Come nel 1860-61, quando ci furono politici meridionali pronti a mettersi al servizio del padrone savoiardo tradendo gli interessi del popolo, anche oggi ci sono quelli eletti nei nostri territori che servono gli interessi economici di gruppi industriali, commerciali e finanziari del nord e delle grosse multinazionali. E' necessario smascherarli e denunciare il loro comportamento, per sconfiggerli e relegarli alla pattumiera della storia attraverso i mezzi nonviolenti che il sistema democratico mette a disposizione.