domenica 27 settembre 2015

Oggi si vota in Catalogna: Il regime mediatico mistifica i fatti


Elezioni Regionali in Catalogna il 27 settembre 2015


 Alessandro Citarella


Il 27 Settembre si svolgono le elezioni regionali in Catalogna. Da un lato le principali forze politiche catalane di matrice indipendentista provano a vincerle per cambiare i rapporti di forza con il governo centrale di Madrid e con l’Europa dei banchieri e delle multinazionali, dall’altra c’è il solito nutrito schieramento di politici non-spagnoli che mettono becco nella sovranità decisionale dei popoli spagnolo e catalano agitando anche minacce molto pesanti. Questo è inaccettabile. I popoli democraticamente possono decidere della loro vita, soprattutto in contrapposizione di prende decisioni da lontano e senza tenere in alcuna considerazione le reali volontà di chi ha una identità e vuole mantenerla.  Tuttavia, è necessario fare attenzione quando regioni ricche come la Catalogna voglio staccarsi dello stato centrale senza prima definire, come parte fondante del proprio programma politico, la solidarietà perché ci ricorda moltissimo i propositi della Lega Nord in Italia: “vado via perché sto meglio di tutti e non voglio dividere il mio benessere con nessun altro…”, anche se magari questo “benessere” si è accumulato nel corso di un secolo e mezzo sulle spalle di altri che vivono più a sud…

Bandiere scozzesi e catalane
Tornando alla Catalogna, sono solo elezioni regionali, che per gli indipendentisti catalani sono il primo passo per ottenere un referendum con cui decidere poi, in seguito, se vogliono l’indipendenza dalla Spagna. Tuttavia, tenendo conto che la Costituzione spagnola non prevede tale tipo di referendum, c’è da chiedersi perché la stampa, di proprietà dei ricchi di mezza Europa, spaccia queste elezioni come “il referendum per l’indipendenza?”  Bene, tra i punti più rilevanti del programma politico dei catalani ci sono cose come “avere una Banca propria” e “l’impiego delle tasse per i catalani …”.  Sono quindi un nemico da stroncare subito, anche usando in modo vergognoso la minaccia che il Barcellona e Messi giocheranno su un campo polveroso, come ha scritto finanche “Il Fatto”. Questo è inaccettabile!  L’Europa dei popoli è questa, quella che vuole tenere lontano non un’organizzazione centralizzata, ma una organizzazione centralistica che vuole sottomettere le volontà dei singoli popoli (circa 6 milioni in Catalogna) agli interessi delle multinazionali, delle banche e, soprattutto, alla volontà di capi di stato di altri paesi. E’ come dire che qualcuno che abita a Londra abbia il diritto di decidere cosa mi fa piacere fare a casa mia. Cosa succederebbe se invertissimo l’ordine delle cose?  Ad esempio se organizzazione, lingua, cultura, tasse, stile di vita di Parigi lo decidesse Barcellona?

Ci attendiamo quindi una vittoria degli indipendentisti in Catalogna come è accaduto da pochissimo in Scozia, dove lo Scottish National Party ha vinto conquistando, di fatto, quasi tutti i seggi. Cosa è accaduto il giorno dopo?  Semplicemente che le Banche, il governo di Londra e la politica europea basata sugli interessi dei ricchi devono ora fare i conti con chi tutela gli abitanti scozzesi e non quelli di chi fa gli interessi delle Borse. Se ne avvantaggeranno tutti, per una vita migliore, e non per migliori performance dei titoli in borsa a scapito delle persone.

Allora basta mistificazioni: vogliamo un voto libero, senza minacce di ritorsioni da parte dei ricchi d’Europa e con i giornali di regime, e sono purtroppo molti, che raccontano mezze verità ridicolizzando cose e persone , non facendo cronaca onesta ma orientamento politico, probabilmente dettato dalle proprietà.