sabato 2 febbraio 2013

Aumentano in Italia, gli alunni con disabilità.

Nell'anno scolastico 2011-2012 sono stati circa 145 mila, suddivisi tra scuola primaria e scuola secondaria di primo grado. Rispetto all'anno precedente sono aumentati dello 0,1%, confermando la tendenza osservata negli ultimi dieci anni. È il mezzogiorno l'area del Paese con un numero maggiore di alunni disabili non autonomi. Lo rileva l'Istat in un report statistico pubblicato il 25 gennaio 2013.

AL SUD MENO AUTONOMI. Nelle scuole primarie il 19,8% degli alunni con disabilità non è autonomo in almeno una delle attività indagate (autonomia nel mangiare, nello spostarsi e nell'andare in bagno) e il 7,8% non lo è in tutte e tre le attività. Nelle scuole superiori di primo grado le stesse percentuali sono rispettivamente del 14,5% e del 5,4%. Nelle scuole primarie del Sud la situazione è peggiore, con il 25,2% degli alunni disabili non autonomi in almeno una delle attività indagate e il 9,6% quelli non autonomi in nessuna delle tre attività; lo stesso nelle secondarie (19,7% e 7,6%).


Il RITARDO MENTALE E' IL PROBLEMA PIÙ DIFFUSO. Il ritardo mentale riguarda in media il 36,3% della popolazione disabile nella scuola primaria e il 42,9% di quella della scuola secondaria di primo grado. Nella primaria questo problema è seguito dai disturbi dell'attenzione, da quelli del linguaggio e dai disturbi dell'apprendimento. Nella scuola secondaria di primo grado invece, dopo i disturbi mentali, i problemi più frequenti sono legati all'apprendimento, all'attenzione e ai disturbi affettivi relazionali. Lo svantaggio del Sud si riscontra anche in questo aspetto, con percentuali maggiori di alunni disabili con almeno tre problemi concomitanti. Al Sud ancora tante barriere architettoniche, con la percentuale più bassa di scuole che hanno scale e servizi igienici a norma e con un'attività di sostegno alla disabilità ridotta al "lumicino".

I Meridionalisti Democratici - federalisti europei sono fieramente convinti che la lotta di civiltà dei diritti di pari opportunità e pari trattamento assistenziale non possa conoscere discriminanti geografiche. Ma, queste ultime le ha generate l'apparato politico-partitico dell'"italiella" che ha 152 anni di storia e che oltre a fare conquista dei territori, ha sempre sottostimato e calpestato la vita quale bene primario. Anzi se la vita era ed è quella di un bimbo Meridionale, di un "terrone".......chi se ne frega!

Nicola Olivieri   Meridionalisti Democratici
(dati tratti da Lettera 43)