domenica 9 marzo 2014

Mauritania: I Meridionalisti Democratici incontrano il Comitato di Sostegno a Biram


Da sinistra a destra, Massimiliano Gargiulo, Biram Dah Abeid,
Alessandro Citarella e Yacoub Diarra
Due rappresentanti dei Meridionalisti Democratici, Massimiliano Gargiulo e Alessandro Citarella, insieme all'Associazione Sinistra Civica Città Vesuviana hanno partecipato all'incontro organizzato dal Comitato di Sostegno a Biram Dah Abeid, presidente dell'IRA-Mauritania (Initiative de Resurgence dumouvement Abolitionniste de Mauritanie), a Napoli lo scorso 1 marzo 2014. L’IRA-Mauritanie è un movimento pacifista che si batte per i diritti umani ed è impegnato nella lotta contro la schiavitù, il razzismo ed il sistema di divisione in caste che in effetti vige nella società di quel Paese. Biram è candidato alle elezioni presidenziali che si terranno nel prossimo luglio in Mauritania.

Le rappresentanze dell'IRA in Italia e in altri paesi europei hanno come scopo la divulgazione della storia dello schiavismo moderno (per nascita) in Mauritania, ufficialmente cessato per legge nel 1981 e sanzionato penalmente solo dal 2007, e la diffusione delle iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale affinché siano cancellate le condizioni di costrizione che sono ancora purtroppo presenti in quel Paese.
Da fonti dirette ed indipendenti abbiamo appreso che, sia a causa di un retaggio culturale che per l’estrema povertà che insistono in Mauritania, circa il 20% dei quasi 4 milioni dei suoi abitanti vivono ancora oggi di fatto in condizioni di schiavitù. La mancanza di alternative economiche e culturali ha lasciato quasi immutate le condizioni di dipendenza da caste superiori che, pur essendo numericamente minoritarie, detengono il potere nel Paese; sono le stesse caste che prima della legge del 1981 possedevano schiavi. Anche se la schiavitù è palesemente praticata, non risultano processi penali in corso per questo reato a tutt'oggi.



La popolazione Mauritana oggi è composta da un 20% di bianchi (Mori), di etnia arabo-berbera, che detiene il controllo della politica e dell'economia, e da un 80% di neri, di diverse etnie nero-africane, tra le quali c'è quella degli “ex schiavi” (Haratin). Il governo nega l'esistenza della schiavitù in quanto uomini e donne in questa miserrima condizione non vengono censiti all'anagrafe, sono civilmente inesistenti e quindi invisibili alle statistiche ufficiali.
E' palese che la modifica dello status quo non rientra affatto nei programmi della casta al potere e nemmeno dell'attuale presidente di oggi, anch'egli della stessa etnia. Un film come quello del Sudafrica purtroppo, dove una larghissima parte di cittadini pare non debba avere possibilità di alcun genere per cambiare la propria condizione di vita.
Non si hanno riscontri indipendenti a proposito dei fondi internazionali che sono stanziati per far emergere dall'indigenza e dalla completa ignoranza gli “invisibili”.  Osservatori stranieri non hanno mai presenziato alle operazioni di voto e mentre per i berberi la registrazione all'anagrafe è un diritto, un trattamento ben diverso è riservato ai neri.

Passi importanti sono stati fatti dal governo francese che ha dichiarato, tramite il ministero degli esteri, il proprio sostegno all'azione dell'IRA.  La fondazione internazionale “Frontline Defenders” con sede a Dublino, che si batte per la difesa dei diritti umani e civili nel mondo, ha assegnato a Biram nel maggio 2013 il premio “Front Line Award for Human Rights Defenders at Risk (un riconoscimento speciale per coloro che difendono i diritti umani correndo grandi rischi personali), mentre le Nazioni Unite gli ha assegnato il prestigioso premio per iDiritti Umani nel dicembre 2013.

Oltre che offrire il nostro sostegno al presidente Biram Dah Abeid e all'IRA-Mauritania-Ufficio Italia, nella persona del neo-presidente e nostro amico Yacoub Diarra, facciamo appello a tutti i movimenti che si battono contro ogni discriminazione e a tutte le persone di buona volontà per sostenere Biram e la sua Associazione in Italia.  Invitiamo, pertanto, i nostri lettori a consultare il sito della sezione italiana di Amnesty International che mirabilmente pubblicizza rapporti e dati sulla situazione della Mauritania. 
La lotta contro il razzismo, per l'eguaglianza e per la democrazia non può e non deve avere confini, perché essa stessa abbatte le frontiere e le disuguaglianze.