Il militante napoletano di Greenpeace, Cristian D'Alessandro, incriminato per pirateria in Russia
Alessandro Citarella
Come ben sappiamo per la dovizia di particolari fotografici
forniti da Greenpeace ma soprattutto messi dappertutto dal governo russo, sono
in stato di detenzione praticamente senza diritti 30 attivisti di Greenpeace
che protestavano pacificamente e con atti puramente dimostrativi, come da
consolidati precedenti storici dal 25 Settembre scorso.
Come criminali terroristi saranno in stato di detenzione
cautelare per almeno 2 mesi fino a quando non accerteranno se siano pirati
oppure no.
Noi crediamo che siano pirati coloro che piazzano trivelle
dovunque ne abbiano convenienza senza scrupolo alcuno per il pianeta dove
viviamo, ed in ultima analisi per i suoi abitanti.
I metodi militari di ingaggio che il governo dittatoriale di
Putin, grande amico dei petrolieri e di troppi uomini d’affari e politici anche
italiani, sono stati e sono spaventosi.
Trattare dei pacifisti appartenenti alla più nota
organizzazione mondiale nel campo della difesa dei diritti della natura, degli
animali e dell’uomo comune come dei terroristi usando reparti che hanno ancheminacciato queste persone sparandogli raffiche di mitragliatrice accanto èdisgustoso ed inaccettabile. Il sequestro in acque di tutti di una imbarcazione
disarmata ed il suo trasporto in qualche porto russo è sintomatico del modo di
interpretare la libertà e la democrazia di un governante che vuole che sia
chiaro quali sono i metodi che il suo stato usa nei confronti di chiunque osi opporsi
ai suoi punti di vista. Non osiamo nemmeno pensare cosa succeda a chi abbia un
passaporto russo – sembra che poco o nulla sia cambiato dal tempo dei soviet per
quanto riguarda i diritti delle persone e per le libertà di organizzazione e di
protesta civile.
I Meridionalisti Democratici vogliono che il napoletano
Cristian D’Alessandro, italiano di passaporto, assieme agli altri attivisti
per i diritti dell’uomo comune, detenuti in Russia, contro il potere di vita o
di morte delle multinazionali, siano liberati subito e che i governi dei paesi
civili e democratici siano spinti a fare pressione continua per farli tornare a
casa, e non da soli ma assieme alla imbarcazione sequestrata con metodi da
pirateria a cui evidentemente questi signori sono avvezzi. Terremo alti
l’attenzione e l’impegno su questi temi. Nel frattempo condividiamo e chiediamo
di dare la massima diffusione e partecipazione alla petizione per Cristian e
gli altri attivisti detenuti avviata da Greenpeace che si può trovare sul loro
sito istituzionale www.greenpeace.it . Facciamo qualcosa di concreto e promuoviamo
la lotta democratica contro le multinazionali dell’energia facendogli capire
che non sono i loro denari ed i loro amici a comandare.