giovedì 3 ottobre 2013

L’azione politica dei Meridionalisti Democratici.

di Vincenzo Villarosa

I Meridionalisti Democratici – federalisti europei non hanno ancora festeggiato il loro primo anno di vita, ma sono già presenti nelle 5 province campane, con 20 sezioni locali, e hanno buone relazioni con altre personalità e associazioni politiche meridionaliste in tutti i territori del Sud del paese, pur distinguendosi da loro riguardo il metodo adottato per raggiungere il comune scopo del riscatto e dell’autonomia economica, sociale e politica del Meridione.

I numeri parlano da soli, verrebbe da dire. E invece no, è meglio non lasciare da soli i numeri, ma accompagnarli dal racconto del “come” i Meridem siano giunti, in così breve tempo, a raggiungere un buon radicamento sul territorio campano e ad acquisire il rispetto e la stima di studiosi, di osservatori della vita sociale e politica e di tanti amici presenti in altre strutture partitiche meridionaliste.


Per raccontare delle caratteristiche dell’azione politica Meridem, ricorrerò a una citazione cinematografica: il film "Lincoln" di Steven Spielberg, che narra le ultime vicende umane e politiche del famoso Presidente degli Stati Uniti d’America, alle prese con la sanguinosa Guerra di Secessione e con la votazione sul 13° Emendamento, riguardante l’abolizione della schiavitù della popolazione nera d’America.

In un passaggio centrale del film, il Presidente Lincoln conversa con il deputato Thaddeus Stevens e quest’ultimo gli dice che i politici e l’azione politica devono funzionare come una bussola che guida i cittadini verso gli scopi collettivi. “Sì, la bussola, ho imparato da militare come funziona” dice Lincoln – sto citando “a braccio”, naturalmente – “La bussola ci indica la strada da fare per andare da un punto iniziale a uno finale, ma … ” prosegue lo statista “non ci dice nulla su cosa troveremo lungo la strada, le montagne da scalare o le paludi da evitare, facendo un giro più largo”.

La metafora della bussola, come tutto il film di Spielberg, ci rimanda alla riflessione sulla natura, la pratica e i limiti della politica e sull’eterno “gap” che esiste tra il dire della teoria e il fare della pratica politica sul campo, tra la volontà dei cittadini e i problemi della vita quotidiana.

L’elaborazione culturale e l’azione politica dei Meridionalisti Democratici, invece, ha tenuto conto, fin dalla nascita della struttura politica, delle difficoltà e dei tempi dell’azione politica. Non ha inseguito le pratiche politiche movimentiste, che cavalcano la pur sacrosanta protesta popolare contro la “malapolitica”, senza dotarsi di una struttura di base, presente sul territorio e non solo sulla “rete” telematica. E non ha copiato i modelli dei vecchi partiti politici, che “occupano” il territorio più che governarlo, in nome della gattopardesca visione della politica fatta di cambiamenti di facciata – i nomi dei partiti o le alleanze improbabili con altri – affinché, in sostanza, nulla cambi.

Quella dei Meridem è un’azione politica che opera in opposizione al malgoverno dei partiti tradizionali a trazione centro-settentrionale, che pensano al Meridione sempre e solo come a un problema – dai loro predecessori creato, peraltro, 153 anni fa con la “malaunità” fatta di aggressione e colonizzazione – e mai come a una risorsa.

La politica dei Meridem si caratterizza per il suo operare in modo “verticale” nella strutturazione della vita partitica interna – con ruoli e responsabilità ben definite – ma anche in maniera “orizzontale”, per quanto riguardo la comunicazione – interna ed esterna – dei contenuti elaborati dopo attenta riflessione, e ancora di più per l’azione concreta sul campo, raccogliendo l’eco dei problemi presenti sul territorio, assieme ad altre realtà sociali e politiche, confrontandosi con loro sulle ricerca delle cause e delle possibili soluzioni. 

Dalle politiche del lavoro che manca alle disuguaglianze dei trattamenti assicurativi per le auto nel Sud rispetto alle tariffe del Nord del paese, dall’emergenza ambientale e socio-sanitaria nella Terra dei Veleni ai progetti per le bonifiche dei territori campani, da sottrarre al degrado ambientale e indirizzare a un futuro riscatto economico e sociale, i Meridionalisti Democratici, passo dopo passo, vanno avanti per la loro strada, scalando le montagne e aggirando le paludi della vita sociale e politica che trovano sul loro cammino. 

Tra il dire e il fare della politica, insomma, per un’idea nuova della cittadinanza e una reale azione meridionalista.