giovedì 9 maggio 2013

Meridionalisti Democratici e sindacato


Intervento di Sabrina Creuso al Congresso Nazionale USB del 4-5 Maggio

Riportiamo l’intervento di Sabrina Creuso, delegata del direttivo provinciale Unione Sindacale di Base (USB) di Napoli, al primo Congresso Nazionale USB sul lavoro privato, che si è tenuto il 4 e 5 maggio 2013 a Pescara.  Sabrina Creuso si occupa dell'applicazione dei CCNL del terziario e multiservizi ed è membro dei Meridionalisti Democratici - federalisti europei.

L'USB è nata il 23 maggio 2010 al Teatro Capranica di Roma, quando oltre 600 delegati, di tutti i settori del mondo del lavoro e provenienti da ogni parte d’Italia, hanno scelto di dare vita alla nuova confederazione, che si pone l'obiettivo di mettere in atto un sindacalismo indipendente dal quadro politico, istituzionale e padronale, con l'ambizione e la possibilità di costituire il sindacato maggioritario. Alla confederazione aderiscono in forma associativa l’Organizzazione dei Pensionati e l'Associazione Inquilini e Abitanti (ASIA).  L'USB fornisce anche efficienti servizi fiscali, di patronato, uffici vertenze e legali, sportelli migranti. L'USB rifiuta lo "sviluppismo", che distrugge vite umane e territori, genera guerre, razzismo e miseria e vuole porsi come sindacato capace di attivare un cambiamento generale della società, riservando grande importanza ai temi ambientali, sociali ed internazionali.  


Congresso dell'Unione Sindacale di Base
L’intervento di Sabrina Creuso a forte impronta meridionalista viene integralmente riportato di seguito:

Se nell'avvicendarsi degli ultimi governi il settore del lavoro pubblico  ha ricevuto una batosta dietro l’ altra,  abbiamo  la consapevolezza  che il settore del lavoro  privato sia investito da una  vera e propria “macelleria sociale”.

Sempre più siamo costretti a sorbirci l’insopportabile ritornello che sostanzialmente afferma: "io ti pago e tu fai quello che dico io” producendo una sorta di sudditanza psicologica che annulla le difese individuali e collettive previste da qualsiasi CCNL.

In una realtà economica disastrosa, in cui  le aziende vengono stremate dalle conseguenze della crisi,  non possiamo non citare la situazione degli appalti, causati da una sempre maggiore esternalizzazione dei servizi, dove gli operai si trovano ciclicamente a ripartire da zero per auspicare che vengano  applicate in toto tutte le norme riconosciute dal contratto, mentre lo stipendio ne risente per il rilancio al ribasso dei costi del lavoro.

Chi si occupa di lavoro privato sa bene il grado di disperazione che si percepisce tra i lavoratori e l’ insana necessità da parte delle aziende a dover creare spaccature fra gli operai, dividendoli in categorie più o meno tutelate (vedi contratti a tempo determinato o indeterminato, part-time e full-time) ed i mille espedienti  applicati in busta paga che sempre più frequentemente cadono nell’ illegalità. Tutte queste misure di stampo padronale ed autoritario sono messe in atto allo scopo di rompere l’ unione e la coesione che tanto si necessita avere nei luoghi di lavoro e, rappresentano per le aziende, una garanzia per maggiori ricavi.

Rappresentando la RegioneCampania, concentro sulla mia regione e su tutto il meridione la polarità dell’intervento.  Nei nostri territori  siamo  esposti ad ogni  tipo di ricatto e di sudditanza economico-strutturale alle aziende residenti sui territori del Sud. Si è creata una situazione che ci vede maggiormente esposti alla violazione del diritto al lavoro, alla mancanza di equità sociale e al ricorso continuo di compromessi sottobanco,  senza possibilità di scelta alcuna, o  al dover decidere fra la necessità di lavorare e la tutela della propria  salute (vedasi ILVA di Taranto) pur di mantenere il proprio posto di lavoro. Un sacrosanto diritto che ci viene propinato come “grande fortuna” e non come “diritto imprescindibile”.

Una situazione - quella meridionale - che non è piovuta dal cielo ma è la conseguenza dell’addensarsi di cattivo sviluppo  e ritardi atavici delle nostre aree a cui si sono accorpati e stratificati gli effetti recessivi delle politiche economiche e sociali negli anni.

La percentuale di lavoro nero è altissima e la questione immigrazione non viene affrontata con le dovute misure,  ma sfruttata e sottopagata. A tale proposito è utile evidenziare che un immigrato percepisce il 40% in meno rispetto ad un operaio italiano lavorando in condizioni disumane e senza tutela alcuna.

Secondo l’ ISTAT il tasso di occupazione  dei giovani del Sud  under 30 e molto peggiorato; solo il 32.9 %, uomini compresi,  ha un lavoro stabile,  mentre l’84% delle giovani donne di fascia d’età compresa tra i 15 ed i 29 anni non ha lavoro stabile; il ché significa che circa 8 donne su 10 sta a casa o è in cerca di prima occupazione. Mentre per gli over 45 il mercato del lavoro è pressoché chiuso a meno ché non si abbia  una  professione altamente specializzata. 

Il 30% delle donne interrompe la propria attività lavorativa per condurre la famiglia. Inoltre, le donne hanno una retribuzione inferiore del 20% rispetto a quella maschile.  C’è un forte innalzamento in termini percentuale anche dei livelli di abbandono dell’istruzione.


La totale o quasi assenza di politiche di Welfare strutturate in Italia conduce verso strade ’ che alleggeriscono il carico di adempimenti fiscali alle aziende,  le quali intraprendono una spietata corsa alla CIGS, alla mobilità, e dulcis in fundo al fitto del ramo d’azienda,  sebbene vantino crediti dagli enti pubblici e dalle ditte committenti, e che sempre più spesso si ritrovano con debiti strutturali  non venendo pagate per mesi o addirittura anni.  Poste alle strette le imprese sono obbligate a licenziare o peggio ancora  a chiudere i battenti. Ad oggi abbiamo in Campania 140.000 licenziati ed il maggior ricorso alla cassa integrazione in deroga anche a zero ore, e all’indennità di mobilità per i licenziati.

Questi dati non lasciano spazio all’ immaginazione e inducono ad interrogarci circa la qualità della funzione che vogliamo interpretare, come attivisti sindacali. Una funzione che necessità di adeguare costantemente gli strumenti a nostra disposizione per tutelare la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici che si rivolgono a noi!

Urge rovesciare, con il protagonismo attivo dei lavoratori, i tavoli di contrattazione, perché poco spazio o nulla ci è concesso in questa fase di confronto, ed essere aperti e disposti al dialogo a tutti i livelli sociali, offrendo a tutti coloro che ci chiedono attenzione, gli strumenti di  difesa e di rivendicazione a garanzia della dignità sociale  e dell’ autonomia economica di ogni singolo individuo.

In tale cornice ideale e programmatica mi sento di rivendicare il mio impegno umano e sindacale nell’USB come sigla sindacale rappresentativa , ed in Meridionalisti Democratici, in qualità di movimento politico organizzato che dal primo momento della sua costituzione si è posto con assoluta priorità la felicità del popolo Meridionale.  MD è sensibile alla condizione disagiata dei lavoratori e delle lavoratrici del Meridione, in cui il basso costo del lavoro ed il taglio dei costi dei servizi di assistenza come:  Sistema Sanitario, Trasporto, Istruzione e  Assistenza Sociale, ecc. vedono un sempre crescente divario fra Nord e Sud.  Tale divario è peggiorato poi dall’innalzamento delle tasse comunali e regionali, dall’ aumento delle RC auto e chi più ne ha, più ne metta.

In tale contesto l’impegno dei Meridionalisti Democratici è costante ed assoluto, per poter apporre il giusto accento sulle problematiche che attanagliano il nostro SUD.