lunedì 16 settembre 2013

Fiera del Levante... ancora favole tricolori dal libro dei sogni!


Anche quest'anno, la Fiera del Levante di Bari ha rappresentato una stupenda passerella mediatica, ma non delle eccellenze pugliesi come si potrebbe presumere, bensì di politici di ogni ordine e grado, esattamente come negli scorsi anni. E come negli scorsi anni, con dovizia di particolari, sia gli intervenuti dal Parlamento italiano sia dalla politica locale, altro non hanno fatto che ripresentare discorsi quasi eguali a quelli proposti negli ultimi 15 anni, almeno secondo l'archivio a nostra disposizione.


I discorsi parlano sempre di infrastrutture che pare si facciano domani mattina, occupazione in flessione ma che si risolverà, stupendi progetti che stanno rialzando il PIL, ed una moderatissima rappresentazione, poco estesa a tutto il meridione, di alcune “problematiche” molto serie che attanagliano i meridionali, in particolare i pugliesi. Ovviamente, la parte del leone l'ha fatta la “nazione” italiana, affetta da gravi problemi, e questo è pure vero, ma è altrettanto vero che da noi, nel sud di questa “nazione” gli stessi problemi valgono il doppio o il triplo che nel centro-nord.

Dai dati ISTAT pubblicati in un articolo dell'ANSA del 30 agosto 2013, si comprende che le politiche “nazionali” italiane hanno avuto e continuano ad avere effetti devastanti sui nostri territori, dove, per esempio, la disoccupazione giovanile è doppia se non tripla rispetto al resto del “paese”, e questi dati sono in continuo peggioramento.

Anche il discorso del Sindaco di Bari, Michele Emiliano, ha seguito la traccia retorica “italiana” già segnata negli ultimi 15 anni. Consideriamo Emiliano  uno dei migliori amministratori di tutti i comuni italiani, ma ci lascia sorridere l'affermazione che ha fatto al termine del suo discorso: “Viva la Fiera del Levante, viva l’Italia, viva la città di Bari!”   Sappiamo che il mandato di Emiliano come sindaco di Bari è in scadenza e non potrà essere rinnovato. Capiamo benissimo che un suo riposizionamento come incarico politico “nazionale” dipende esclusivamente dalla volontà della direzione nazionale del PD tosco-padano, il partito cui aderisce Emiliano. Conosciamo bene le logiche dei partiti che ci hanno governato e ci governano: c'è bisogno di massima fedeltà.  Emiliano è stato già umiliato dal PD quando fu sconfitto per la carica di presidente dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) nell'ottobre del 2011, dal sindaco di Reggio Emilia, Graziano del Rio, dopo tante assicurazioni da parte della Direzione del PD.

Peccato! Emiliano si presentava molto bene come potenziale leader del movimento meridionalista. Il benvenuto che i meridionalisti hanno ricevuto dal Sindaco Emiliano a Bari nel settembre 2012, durante un convegno ospitato nella sala consigliare del Comune, convinse molti che Emiliano poteva essere l'uomo giusto.  A distanza di un anno possiamo tirare alcune conclusioni.  La prima è che Emiliano è un bravo amministratore ma non è il leader del movimento meridionalista – essere bravi e onesti amministratori nel Sud non vuol dire essere automaticamente leader politici meridionalisti.  La seconda è che si deve fare molto attenzione quando si avvicina al movimento meridionalista qualsiasi politico legato ai partiti italiani, specialmente se il politico tergiversa sulla necessità di tagliare il “cordone ombelicale” che lo lega al partito nazionale. La terza conclusione è che si deve essere prudenti quando si intrattengono rapporti con i partiti nazionali italiani, specialmente quando si ha la sensazione di essere “corteggiati” – a questo proposito viene in mente un vecchio detto: “quando il diavolo ti accarezza è perché vuole l'anima”.