lunedì 9 settembre 2013

Usura : Meridione maggiormente a rischio!

di Sabrina Creuso

Dal resoconto pubblicato il 22 agosto 2013 dall'ufficio studi della Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato (CGIA) di Mestre, che pubblica ad intervalli regolari ricerche su tematiche economiche e sociali, si evince come la politica dei tagli e della “spending review” messa in atto con il governo Monti e proseguita poi con il governo delle larghe intese di Enrico Letta abbia evidenziato un clamoroso rafforzamento del potenziale ricorso agli usurai, specialmente al Sud.

Di fatto, dei 5 miliardi di euro di tagli che sono stati applicati al credito per le famiglie, 3 miliardi riguardavano proprio le famiglie del sud Italia. In breve, il 60% dei 5 miliardi sono stati applicati al Sud dove vive solo il 34% della popolazione italiana.


Alcuni dati per capire meglio:

La Calabria ha ricevuto 374 milioni in meno, pari al 4.3 % di erogazioni bancarie in meno, la Basilicata 102 milioni in meno, pari a 4.2% di erogazioni bancarie in meno, poi abbiamo la Sicilia ed il Molise con 2.7% di erogazioni bancarie in meno, pari a 789 milioni in meno per la Sicilia e 40 milioni per il Molise, la Puglia ha registrato 2.3% di erogazioni bancarie in meno e infine la Campania con un meno 2,6% che purtroppo vede un monte impieghi ulteriormente danneggiato per un ammontare di 794 milioni di euro. Da questi dati, che si riferiscono al periodo fra il maggio 2011 e il maggio 2012, si comprende perché le regioni del Sud sono quelle maggiormente a rischio usura. Dagli stessi dati pubblicati dalla CGIA di Mestre, risulta che la regione più fortunata è il Trentino Alto Adige in cui le erogazioni bancarie sono aumentate del +0.7 %. Il Trentino Alto Adige ha un rischio di usura al 49.2% della media italiana, ovvero la metà, mentre la Campania ha il 169.2%, ovvero 69% di possibilità in più rispetto ad una media Italiana calcolata a 100.

Anche la Coldiretti mette in evidenza un dato che potrebbe influire sul pericolo usura: nel primo trimestre del 2013 il credito richiesto dalle aziende agricole rispetto a quanto elargito dalle banche si è dimezzato. E’ interessante notare, tuttavia, che anche nel finanziamento alle ditte nel campo agricolo alimentare c’è una notevole disparità fra il Sud e il resto del Paese. Secondo un report dell’Istituto di servizi per i mercato agricoloalimentare (ISMEA) pubblicato il 17 luglio 2013, il credito agrario nelle regioni del Centro-Nord è aumentato mentre è in flessione al Sud e nelle Isole maggiori.


L’usura è sempre esistita fin dai tempi antecedenti all'unità d’Italia nelle diverse parti della penisola e nelle isole che oggi formano la Repubblica. Per combattere l’usura, i diversi regnanti che hanno governato Napoli e il Sud, hanno preso misure specifiche, come quando nel 1539 fu fondato il Monte della Pietà, ancora oggi proprietà dell’Istituto Banco di Napoli - Fondazione (da non confondere con il Banco di Napoli, oggi assorbito da Intesa Sanpaolo). Il Monte aveva lo scopo di aiutare le famiglie bisognose che all'epoca andavano impegnando di tutto, dalle tabacchiere in argento per chi le possedeva, alle lenzuola per poter far fronte alle necessità economiche; era un arma contro l’usura a protezione del popolo del regno delle due Sicilie.


Oggi, con la crisi del credito è aumentato il ricorso ai pegni e si nota un aumento vertiginoso del numero di negozi che acquistano oro e preziosi, spesso senza dovuti controlli, le quali diventano ricettacolo e mezzo per far scomparire oggetti rubati.


E’ fondamentale che il Sud riesca a sviluppare una classe dirigente locale efficiente e onesta capace di proporre una politica del credito che sappia rimettere in piedi un sistema bancario e creditizio legato strettamente alle necessità dei nostri territori. Non è accettabile che, nel 2013, la Campania debba essere la maglia nera per il pericolo dell’incremento dell’attività usuraia. Le politiche coloniali applicate al Sud vanno sconfitte anche attraverso l’incremento della consapevolezza da parte degli imprenditori e dei cittadini tutti che senza un sistema creditizio legato strettamente al territorio, non ci sarà alcuna possibilità di rilancio e riscatto dei nostri territori.