martedì 24 settembre 2013

L’affare degli inceneritori

I Meridionalisti Democratici hanno preso una posizione netta contro la costruzione di altri inceneritori nei nostri territori per specifici motivi economici oltre a quelli legati alla salute e alla difesa dell’ambiente già denunciati da medici, igienisti e ambientalisti. I Meridionalisti Democratici denunciano il tentativo di stroncare il giusto dibattito in corso sulla gestione e smaltimento dei rifiuti attraverso l’imposizione di una politica tesa a favorire esclusivamente l’incenerimento a scapito di riciclo totale, compostaggio e riutilizzo.


Partendo dagli effetti sulla salute e sull’ambiente, c’è da considerare che la termovalorizzazione produce ceneri volatili che restano nei filtri dopo l'incenerimento. Le ceneri contengono, in alte concentrazioni, metalli pesanti, diossine, furani, idrocarburi policiclici, ecc. Pertanto, le ceneri residue devono essere stoccate come rifiuti tossici e speciali dopo la loro raccolta. La Germania utilizza le ex miniere di salgemma per lo stoccaggio delle ceneri, ottenendo anche un notevole risparmio economico rispetto ad altri paesi europei. Infatti, la Germania importa anche le ceneri provenienti da Vienna e da Brescia. La Danimarca, invece, esporta le ceneri in Svezia. E’ un business in piena regola che si basa su costi e profitti.

Per dare un esempio della rilevanza della cenere prodotta, il mega-inceneritore di Brescia produce 35 mila tonnellate di cenere ogni anno pari al 5% delle 700 mila tonnellate di materiale bruciato.

Lo smaltimento dei residui liquidi e solidi incide per il 20% dei costi della procedura mentre la gestione e l'ammortamento dei costi di gestione degli impianti di trattamento dei fumi incidono per un altro 20%. E’ anche interessante notare che lo stoccaggio austriaco ammonta a 363 euro per tonnellata, mentre quello tedesco è di 255 euro. Quello italiano è di soli 129 euro a tonnellata.

Mentre nel resto d’Europa l'elettricità prodotta attraverso gli inceneritori è remunerata a prezzo di mercato, ovvero quattro centesimi di euro per KWh, in Italia, l’incenerimento è invece incentivato con denaro proveniente dall'elettricità generata, pagata dai 9 ai 14 centesimi di euro per KWh – questa differenza di prezzo si basa sull’applicazione delle modalità previste per i “certificati verdi” oppure per il CIP-6. Questi incentivi sono sottratti a quelli destinati alle energie rinnovabili (eolico, solare, biomasse).

Così, per ogni tonnellata incenerita i gestori ricevono dai 25 ai 50 euro. Tutto grazie allo 0,5 KW prodotto per ogni Kg di spazzatura. Chi paga? Paghiamo tutti attraverso la bolletta della luce, una tassa occulta aggiuntiva ai costi già alti dell’energia!

Oggi è in atto l’esecuzione di un piano, ben nascosto dalla politica nord-centrica, che prevede a regime ben 140 termovalorizzatori! Almeno uno per ogni provincia, con l’obiettivo di incenerire circa il 65% dei rifiuti italiani, contro il 60% dei rifiuti che ora finisce in discarica.

L'attuale media italiana di produzione pro-capite di rifiuti è di 550 Kg/anno, al costo di 12 centesimi di euro per Kg. Quando funzioneranno i 140 impianti, il costo medio sarà di 17 centesimi di euro al Kg, con un aumento del 40% della relativa tassa!

Questo costo salirà ancora di più quando si prende in considerazione un meccanismo perverso rispetto agli imballaggi. Oggi paghiamo una tassa 7 centesimi/Kg per gli imballaggi di qualunque tipo, che va al Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) e che dovrebbe coprire il costo dello smaltimento. Tuttavia, perché l'Italia ricicla solo il 20% dei rifiuti, la tassa pagata diviene, in effetti, un altro incentivo all'incenerimento, con la realizzazione tecnica di una quasi-truffa. Quindi, un Kg d’imballaggi incenerito costerà 17 centesimi/Kg di tassa rifiuti, 7 centesimi/Kg tassa riciclo imballaggi, 9 cent/Kg Certificato verde: Totale 33 cent/Kg che è il triplo del costo odierno!
La termovalorizzazione, al contrario di quanto propagandato, è molto costosa e non è competitiva rispetto al riciclare che è invece molto più redditizio e pulito, come si evince da qualche esempio. In valore medio per le materie prime recuperate con cicli di recupero effettivamente ecocompatibili sono: alluminio, 945 euro per tonnellata; polietilene, 610 euro per tonnellata; carta d’ufficio, 475 euro per tonnellata.

Pertanto, la raccolta differenziata e di qualità costa meno, produce ricchezza, pulizia e posti di lavoro.

Ultimo esempio è quello dei cinesi, che stanno facendo incetta di PET, plastica delle bottiglie, comprandola all'estero e pagandola 350 euro a tonnellata.

La plastica ritorna, anche in Italia, sotto forma di oggetti a basso costo, facendo la concorrenza alle industrie della penisola che, invece, non trovando plastica riciclata usano quella vergine pagandola molto di più, così il costo finale dei prodotti è già in partenza molto più alto.

Una vera cultura della falsa informazione quindi, che lega tra loro sempre le stesse lobby del nord, finanziarie, industriali, politiche, tese a mantenere in piedi un sistema antieconomico per la collettività, un sistema fortemente e permanentemente inquinante, e che aiuta le economie estere a tutto vantaggio della desertificazione industriale nella penisola, con ricadute finanziarie che per adesso vedono la fuga all’estero degli enormi capitali accumulati da queste holding finanziarie storicamente “vicine” a noti capi-partito.

Non ci sono quindi sinistra, centro o destra che tengano. Vogliono gli inceneritori e il loro sistema per fare denaro e reinvestirlo come e dove gli conviene. Noi Meridionalisti Democratici combattiamo questa logica, ma lo facciamo innanzitutto con criteri di chiarezza e di corretta informazione. La verità, infatti, rende inutili le bugie di una certa imprenditoria finanziaria malata di egoismo e mette nella giusta luce le tesi che vogliono come del tutto asserviti a questi poteri interi partiti e i loro apparati. Ad esempio, nel governo attuale c’è un Ministro dell’Agricoltura, di destra, che in questi giorni batte il Sannio declamando una sana politica dell’agricoltura di qualità, anche fra trivelle, discariche e inceneritori. C’è anche un Ministro dell’Ambiente, proveniente dalla Liguria e che ha usato il commissariamento della sinistra campana come personale trampolino di lancio verso una posizione di governo, che manda avanti in modo stalinista la realizzazione degli inceneritori: non ne vuole sapere del Registro dei Tumori e non parla di risarcimenti e bonifiche per il Sud.

Denunciamo menzogne su menzogne, tradimenti e prese in giro, con lo scopo di far realizzare gli affari ai soliti privati con i soldi pubblici, mettendo a rischio la salute pubblica, e traendone vantaggio in termini di richiesta di voti. Solo attraverso la giusta informazione e una ferma lotta politica che miri a smascherare la collusione fra i grandi partiti nazionali, alcuni privati e il crimine organizzato è possibile alzare la consapevolezza popolare per lottare per il rilancio e il riscatto dei nostri territori. Anche nella lotta contro gli inceneritori è necessario portare a livello popolare la giusta informazione sul tentativo della mala politica di favorire alcuni privati a discapito del bene comune e della collettività. E’ una lotta contro un sistema coloniale che ha stabilito che il Sud dovrà essere luogo di disoccupazione, di emigrazione e di stoccaggio dei rifiuti speciali. E’ necessario cacciare la mala politica dai nostri territori lottando anche contro gli inceneritori.