sabato 23 novembre 2013

Dopo il danno, la beffa: La fiera degli sketch!

di Sabrina Creuso

Pomì sbandiera ai quattro venti la provenienza “padana” delle materie prime utilizzate per la produzione di conserve, senza considerare tra l’altro che la pianura Padana non sta molto meglio della Campania, a causa delle polveri sottili, derivanti dai vari inceneritori e dalle fabbriche ancora attive, che invadono il suo territorio.  Il direttore de “L’Espresso” denigra Napoli con una copertina dal titolo “Bevi Napoli e poi muori”, quando i dati condannano, senza appello, la cattiva qualità delle acque al di sopra del Po, allora il quadro è completo. Viene da pensare: senti da che pulpito viene la predica!

Da meridionalisti abbiamo sentito il dovere di aggiungere un "mai" prima di "Pomì"

Le aziende del nord prima devastano i nostri territori con i loro rifiuti tossici industriali inquinando in lungo e in largo, poi si permettono di pubblicizzare, con la complicità dei media controllati da gruppi industriali e finanziari del Nord, la tracciabilità della provenienza dei prodotti agricoli.
 Noi chiediamo che avvenga quella stessa tracciabilità per il pattume altamente inquinante che ha devastato funestamente alcune zone della Campania causando malattie e morte, e che sia sommessamente rispedito al mittente.  Nel frattempo, la campagna mediatica contro i nostri territori fa aumentare la diffidenza nei confronti dei prodotti alimentari “made in Sud” causando enorme danni alla nostra economia . . . siamo sempre più colonia!

All'infelice spot della Pomì si unisce lo sketch di Tv7 Vertigo, piccola emittente televisiva del Nord che intrattiene i signori del Triveneto . La durata dello sketch di poco più di un minuto gioca sullo stereotipo del meridionale ladro e superstizioso . . .  !!!

Tutto ciò fa porta alla mente quando nell'ottobre 2011 Tele Padania lanciava messaggi propagandistici via Internet mascherati da suggerimenti civici sulla raccolta differenziata al neo sindaco Luigi De Magistris, messaggi da cui si evinceva la paura sottilmente trasmessa che il problema “Emergenza rifiuti” della Campania avrebbe fatto pagare all'Italia intera le multe che l’Unione Europea aveva comminato allo Stato Italiano. Quanta premura e quanto sarcasmo gettato sul Mezzogiorno ed i suoi abitanti.  Peccato che anche in quel caso gli organi di informazione dei nostri territori non hanno saputo rispondere per le rime sottolineando due dati: La prima è che le nostre discariche appena venivano aperte erano già intasate di ogni sorta di rifiuti tossici e nocivi non nostri, con la connivenza di politici locali e camorra in affari con le industrie del Nord. Quindi effettivamente se vogliamo, le multe le dovevano pagarle solo i signori del Nord, perfettini e sarcastici!  La seconda è che Napoli aveva già una esperienza rispetto alla raccolta differenziata, iniziata con un decreto del 1832 di Ferdinando II di Borbone, quando il nord arretrato e grossolano non sapeva neanche in cosa consistesse. Questa esperienza si è finita con l’arrivo delle truppe di occupazione del nord Italia.

Tutto ciò si va ad aggiungere alla lunga lista di insulti rivolti alla nostra terra e alla nostra gente, alla capacità di intraprendere e di sorridere di fronte alle mille difficoltà che un cittadino del Mezzogiorno deve affrontare per tirare avanti, con uno Stato assente, dove le istituzioni locali sono perennemente in deficit, i trasporti arrancano e la giustizia combatte una battaglia solitaria contro una micro criminalità che trova i suoi adepti nel grande bacino della disoccupazione.

Dopo il danno, la beffa: non permetteremo all'informazione controllata dal Nord di continuare a buttare fango sui nostri territori e la nostra gente dopo che l’industria del Nord ha versato milioni di tonnellate di rifiuti tossici a Sud!  I poteri forti del Nord, nel tentare di infangare la produzione alimentare di qualità nei nostri territori tenta anche di far passare un sottile messaggio nascosto che fa credere che chi è onesto è fesso o che essere onesto non paga a Sud! E’ necessario condividere dati certificati sulla qualità dei nostri prodotti e sull'onestà dei nostri produttori e lavoratori.  La battaglia per il rilancio e il riscatto dei nostri territori si fa e si farà anche attraverso il controllo dei mezzi di informazione.  In questo contesto, la lotta contro gli spot di Pomì e le copertine come quella dell’Espresso si inquadrano nella battaglia per ridare ai nostri territori la giusta fierezza dell’identità e della sua storia millenaria.