sabato 2 marzo 2013

Il voto politico italiano 2013 e le nostre terre

Reggio Calabria batte tutti con l'astensione del 40,47%
Il risultato delle elezioni politiche italiane 24-25 febbraio 2013 non modifica di una virgola la condizione sociale dei cittadini dei nostri territori.  I governi italiani di qualunque colore e sfumature, con l'eventuale presenza di “illuminati tecnici”, hanno dapprima distrutto le capacità produttive di qualità, per poi avvelenare ed utilizzare quali sversatoi di tossici e veleni i campi della “Nostra Terra”.  Questi nostri territori, hanno visto milioni di concittadini emigrare, combattere e perire in guerre non volute. Questi nostri, territori hanno visto il saccheggio delle ricchezze, con il furto del denaro e l'espropriazione delle ricchezze industriali, sia in termini di “know how”, che di capacità produttiva primaria e della diretta derivata.
Questi nostri territori hanno visto infine il continuo proseguimento dell'immigrazione prima, emigrazione poi nel campo intellettuale, con tutto ciò che ne significa, coinvolgendo le nostre popolazioni in guerre non volute, mondiali ed imperialiste, con milioni di morti e banche ed industrie depredate dal potere centralista unitario dello stato Italia.
Monti Bersani Berlusconi Grillo
Il 24-25 febbraio 2013, l'affermazione in termini percentuali, relativamente ai votanti, del Movimento 5 Stelle (M5S), ha sicuramente dato uno scossone a tutto il sistema della politica italiana, visto che il risultato finale è inaspettato in termini di capacità di governo centrale, in relazione alle attese (PD al governo, con al massimo l'appoggio della lista Monti, se ed ove necessario.).  Al momento, vista l'ingovernabilità relativa, l'incomunicabilità tra la dialettica di un “vecchio schema” politico e quello di un nuovo modo di fare politica (M5S), le certezze restano quelle di uno spread che sfiora i 400 punti e l'assoluta impossibilità logica a comprendere quale coalizione “con un minimo di serietà programmatica” possa tentare a costituire un “governicchio” che si autosostenga per il tempo della riforma elettorale.  Ad oggi, non è assolutamente possibile comprendere quali saranno le conseguenze per lo Stato italiano intero e per le regioni, particolarmente le Nostre, sotto la sua giurisdizione. Le politiche proposte da M5S, anche se in molti casi condivisibili, sono “dure da digerire” sia per la vecchia guardia politica italiana, sia per coloro che fanno della politica territoriale/identitaria il proprio cavallo di battaglia per rilancio e riscatto.

Sud assente nei programmi
Nelle proposte del M5S, per quanto oneste e corrette, manca l’aggancio meridionalista, mancano le proposte specifiche finalizzate alla liberazione dei nostri territori dal giogo coloniale, descritto così bene da Nicola Zitara, da altri nostri storici ed economisti e dal nostro Movimento Meridionalista tutto.

Da queste ultime elezioni emerge che i due assi Berlusconi-Maroni, Bersani-Vendola, attesi dal bipolarismo, con l'aggiunta di BCE-Monti, quale terzo polo, devono comunque raccogliere i cocci dei vasi rotti dal terremoto causato da Beppe Grillo e dal suo movimento 5 Stelle che ha costituito un quarto polo il cui consenso risulta il primo per preferenze e che destabilizza il tutto.

Fra le vittime della voglia di cambiamento e della necessità di fare politica in maniera nuova, troviamo i neo giustizialisti annoiati di Antonio Ingroia, i tardo comunisti di Oliviero Diliberto e Paolo Ferrero e i verdi ingrigiti di Angelo Bonelli, che non hanno cocci da raccogliere perché i rispettivi movimenti non hanno creato alcun “contenitore”, né elettorale né più duraturamente politico, che si potesse rompere: erano disuniti prima della campagna elettorale, lo sono stati durante e non vi è motivo per pensare che non lo siano ancora.

Vendola Caldoro
Vendola e Caldoro, faranno come Crocetta, diranno a Bruxelles che lotteranno per i loro territori e le libertà correlate? Si ribelleranno all'UE?  Avranno tutti il coraggio di affrontare la discussione sulla politica territoriale nei termini di un “accordo di programma”? Questo sembra per ora il segreto di Crocetta in Sicilia e del M5S che vanno avanti passo-passo. L'autunno 2013 ci dirà se il percorso è giusto.

Dall'analisi dei risultati elettorali, emerge che i nostri territori hanno espresso un voto di “protesta” che supera largamente il 50% degli aventi diritto al voto, se si sommano il numero degli astenuti, i voti nulli, le schede bianche, e il voto dato al Movimento 5 Stelle, che nella nostra analisi politica valutiamo comunque come espressione di profondo dissenso anti-centrale.  L’astensione diffusa in tutti i nostri territori è diventata endemica, così come lo sono il voto nullo e la scheda bianca.  La novità è nelle simpatie che il Movimento 5 Stelle è riuscito a conquistare fra i nostri votanti, specialmente in Sicilia. Voti Meridionalisti di cui dovremo necessariamente fare raccolta.

Basta con i falsi meridionalisti,
basta con il furto dei sogni.
Questi movimenti sono creati
dall'alto solo per attrarre voti
Dai numeri si evince anche che le formazioni berlusconiane che utilizzano il nome “sud” nel titolo, ma che sono fedelissimi alleati della Lega Nord, hanno fallito, raccogliendo un solo senatore (in Calabria) e nessun deputato.  La vergognosa presenza del simbolo della Lega Nord nei nostri territori è stata possibile perché un grappolo di ex socialisti nostrani, non riuscendo a trovare casa altrove, ha effettuato un abbraccio mortale con Giulio Tremonti, presentandosi all'interno delle liste della Lega Nord, ottenendo circa 15.000 voti nel Sud, ma non portando a casa né un senatore, né un deputato.

Se da un lato i partiti nazionali italiani non hanno detto nulla di meridionale durante la campagna elettorale, dall'altro è sfumata anche la loro capacità di promettere assistenzialismo e favorire le diverse clientele perché la crisi economica ha ridotto le risorse da dilapidare attraverso assunzioni pubbliche, assegnazioni di appalti truccati e favori di vario genere.  I notabili locali, quello che formano un triangolo della morte con criminalità organizzata locale e con i poteri forti del Nord, sono in difficoltà, ma sono anche in cerca di nuove metodologie per creare e gestire il consenso. 

Meridionalisti Democratici
federalisti europei
Che fare?  Per i militanti e per le organizzazioni sinceramente interessate al rilancio e al riscatto del Sud è necessario continuare a radicarsi sul territorio e nei centri di aggregazione come le scuole, le università, i luoghi di lavoro e nelle associazioni.  E’ fondamentale rispondere alla richiesta di soluzioni per la creazione di posti di lavoro, per il miglioramento del sistema sanitario, per il finanziamento delle infrastrutture, per la difesa dell’ambiente, per il generale miglioramento delle condizioni di vita della nostra gente.  Ed è fondamentale spiegare alla nostra gente il rapporto di causa ed effetto fra l’occupazione dei nostri territori fatta 152 anni fa dai piemontesi, le politiche di rapina che si sono succedute fin d’allora e che è necessario sostenere chi realmente vuole rilanciare e riscattare il Sud, impegnandosi in prima persona, anche attraverso azioni giornaliere come, prima di tutto, l’acquisto di prodotti meridionali e partecipando alla vita politica locale in modo diretto.  E’ una strada tutta in salita e, come spesso ci hanno insegnato chi lotta per il Sud da molti anni, non ci sono scorciatoie.