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mercoledì 25 maggio 2016
Mauritania: Biram libero -- la lotta contro la schiavitù continua !
Il 17 maggio alle 16,20 sono tornati liberi Biram Dah Abeid, il simbolo della lotta contro la schiavitù in Mauritania, e Brahim Bilal Ramdane. Sono rispettivamente il presidente ed il vice-presidente dell’organizzazione IRA-Mauritania, organizzazione che lotta con le armi della nonviolenza contro la schiavitù, che nonostante sia stata formalmente abolita nel 1981 ancora oggi esiste nel paese più povero per reddito procapite dell’Africa. Furono arrestati con altri attivisti contro la schiavitù, poi rilasciati, l’11 novembre 2014. Il 26 agosto 2015 il tribunale li condannò a due anni di carcere per l’appartenenza ad una organizzazione non riconosciuta e per assembramento non autorizzato a causa di un sit in per i diritti umani.
La Suprema corte il 17 maggio 2016 ha confermato, in appello, la sola condanna ad un anno di prigione per “raduno disarmato non autorizzato” per i due attivisti, che avendo già subito una detenzione di 18 mesi sono stati immediatamente scarcerati. Il giorno dopo la scarcerazione l’ambasciatore americano in Mauritania si è recato a fare una visita ufficiale a casa di Biram Dah Abeid, come segnale di forte stima in appoggio a politiche per l’integrazione sociale e contro ogni forma di schiavitù in quel paese. Ricordiamo che, oltre l’impegno profuso da molte organizzazioni e singoli nel mondo per la liberazione di Biram e di Brahim, in particolare uno sforzo importante è stato messo in campo da varie organizzazioni umanitarie con base negli Stati Uniti, anche con visite di esperti di diritto e di parlamentari.
I Meridionalisti Democratici, partner dell’IRA-Mauritania, con cui vi sono rapporti ufficiali attraverso Yacoub Diarra ed Ivana Dama, Presidente e Vice Presidente di IRA Mauritania-Italia, si felicitano per la liberazione di Biram e di Brahim. Contiamo di vedere presto a Napoli i due rappresentanti della libertà per poterli abbracciare di persona e proseguire l’attività di informazione e di allargamento della rete internazionale per i diritti umani di cui i Meridionalisti sono notoriamente promotori. Yacoub è infatti membro d’onore del nostro Movimento da due anni e Ivana ne è militante, poiché lottiamo affinché l’ex Regno delle Due Sicilie smetta di essere la colonia interna, fortemente sfruttata e discriminata da 155 anni, dello stato italiano.
--Alessandro Citarella
giovedì 13 novembre 2014
Mauritania: Arrestati attivisti anti-schiavitù
Rilanciamo l'articolo pubblicato dalla Sezione Italiana di Amnesty International oggi, 13 novembre 2014
L'11 novembre 2014 almeno nove noti attivisti contro la schiavitù in Mauritania sono stati arrestati e trasferiti in vari centri di detenzione della città meridionale di Rosso, col divieto di ricevere visite familiari.
Tra gli arrestati figurano Biram Ould Dah Ould Abeid, presidente dell'Iniziativa per la rinascita del movimento abolizionista (Ira) e candidato alle elezioni presidenziali del giugno 2015; Djiby Sow, presidente dell'organizzazione non governativa Kawtal; e Brahim Bilam Ramdhane, vicepresidente dell'Ira.
Le persone arrestate fanno parte di organizzazioni non governative per i diritti umani impegnate contro la schiavitù in Mauritania. Nella settimana che ha preceduto il giro di vite nei loro confronti, avevano girato il paese organizzando incontri pubblici, raduni e letture. L'iniziativa è stata fermata a Rosso quando la polizia ha interrotto una riunione col pretesto che non era stata autorizzata. L'Ira aveva chiesto il permesso ma il governo, con una dichiarazione scritta, l'aveva negato.
"In Mauritania, gli attivisti contro la schiavitù sono soggetti a costanti minacce e intimidazioni. Le loro attività sono vietate o gravemente represse con frequenti arresti. Questo ennesimo giro di vite è una chiara violazione dei diritti alla libertà di riunione pacifica e di associazione" - ha dichiarato Gaetan Mootoo, ricercatore di Amnesty International sull'Africa occidentale.
Alcuni degli arrestati sarebbero stati picchiati dagli agenti di polizia. Poche ore dopo gli arresti, la polizia ha chiuso la sede dell'Ira e arrestato il portavoce dell'organizzazione.
La repressione nei confronti degli attivisti anti-schiavitù è aumentata negli ultimi tempi. A ottobre, quattro esponenti dell'Ira sono stati arrestati nella principale moschea della capitale Nouakchott mentre stavano replicando a critiche espresse contro la loro organizzazione. Sono stati incriminati per aver disturbato la preghiera e incitato alla rivolta. Sono tuttora in stato di detenzione, in attesa di processo.
"Le autorità mauritane devono rilasciare tutti i prigionieri di coscienza immediatamente e senza condizioni e porre fine alle continue minacce e intimidazioni nei confronti degli attivisti contro la schiavitù. È fondamentale che esse rispettino in pieno il lavoro legittimo degli attivisti e riconoscano il loro importante ruolo nel pretendere che il governo dia seguito ai suoi obblighi e impegni sui diritti umani. Il diritto di riunione pacifica è un diritto fondamentale, collegato ad altri diritti come quello alla libertà d'espressione" - ha concluso Mootoo.
Link per leggere l'articolo originale sul sito di Amnesty International
Mauritania, nuovo giro di vite contro gli attivisti anti-schiavitù
L'11 novembre 2014 almeno nove noti attivisti contro la schiavitù in Mauritania sono stati arrestati e trasferiti in vari centri di detenzione della città meridionale di Rosso, col divieto di ricevere visite familiari.
Tra gli arrestati figurano Biram Ould Dah Ould Abeid, presidente dell'Iniziativa per la rinascita del movimento abolizionista (Ira) e candidato alle elezioni presidenziali del giugno 2015; Djiby Sow, presidente dell'organizzazione non governativa Kawtal; e Brahim Bilam Ramdhane, vicepresidente dell'Ira.
Le persone arrestate fanno parte di organizzazioni non governative per i diritti umani impegnate contro la schiavitù in Mauritania. Nella settimana che ha preceduto il giro di vite nei loro confronti, avevano girato il paese organizzando incontri pubblici, raduni e letture. L'iniziativa è stata fermata a Rosso quando la polizia ha interrotto una riunione col pretesto che non era stata autorizzata. L'Ira aveva chiesto il permesso ma il governo, con una dichiarazione scritta, l'aveva negato.
"In Mauritania, gli attivisti contro la schiavitù sono soggetti a costanti minacce e intimidazioni. Le loro attività sono vietate o gravemente represse con frequenti arresti. Questo ennesimo giro di vite è una chiara violazione dei diritti alla libertà di riunione pacifica e di associazione" - ha dichiarato Gaetan Mootoo, ricercatore di Amnesty International sull'Africa occidentale.
Alcuni degli arrestati sarebbero stati picchiati dagli agenti di polizia. Poche ore dopo gli arresti, la polizia ha chiuso la sede dell'Ira e arrestato il portavoce dell'organizzazione.
La repressione nei confronti degli attivisti anti-schiavitù è aumentata negli ultimi tempi. A ottobre, quattro esponenti dell'Ira sono stati arrestati nella principale moschea della capitale Nouakchott mentre stavano replicando a critiche espresse contro la loro organizzazione. Sono stati incriminati per aver disturbato la preghiera e incitato alla rivolta. Sono tuttora in stato di detenzione, in attesa di processo.
"Le autorità mauritane devono rilasciare tutti i prigionieri di coscienza immediatamente e senza condizioni e porre fine alle continue minacce e intimidazioni nei confronti degli attivisti contro la schiavitù. È fondamentale che esse rispettino in pieno il lavoro legittimo degli attivisti e riconoscano il loro importante ruolo nel pretendere che il governo dia seguito ai suoi obblighi e impegni sui diritti umani. Il diritto di riunione pacifica è un diritto fondamentale, collegato ad altri diritti come quello alla libertà d'espressione" - ha concluso Mootoo.
Link per leggere l'articolo originale sul sito di Amnesty International
martedì 17 giugno 2014
Con l'IRA Mauritania contro la schiavitù
Intervista con Yacoub Diarra, Presidente della Sezione Italia dell'IRA-Mauritania.
I Meridionalisti Democratici si appellano a tutti coloro che si battono contro ogni discriminazione per sostenere l’IRA Mauritania e il suo presidente, Biram Dah Abeid, candidato alle elezioni presidenziali del 21 giugno 2014.
La lotta contro il razzismo, per l'eguaglianza e la democrazia non può e non deve avere confini, perché essa stessa abbatte le frontiere e le disuguaglianze.
Per approfondimenti, consultare il nostro articolo Mauritania: I Meridionalisti Democratici incontrano il Comitato di Sostegno a Biram
I Meridionalisti Democratici si appellano a tutti coloro che si battono contro ogni discriminazione per sostenere l’IRA Mauritania e il suo presidente, Biram Dah Abeid, candidato alle elezioni presidenziali del 21 giugno 2014.
La lotta contro il razzismo, per l'eguaglianza e la democrazia non può e non deve avere confini, perché essa stessa abbatte le frontiere e le disuguaglianze.
Per approfondimenti, consultare il nostro articolo Mauritania: I Meridionalisti Democratici incontrano il Comitato di Sostegno a Biram
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