martedì 21 aprile 2015

Il Sud con De Luca Presidente: l'acqua in Campania deve rimanere pubblica

“Il Sud con De Luca Presidente” 

Il primo punto del nostro programma elettorale: Acqua Pubblica in Campania!

Il 22 aprile si celebra la Giornata mondiale della Terra, l'evento, nato nel 1970 quando Gaylord Nelson, senatore del Wisconsin (Stati Uniti), mobilitò 20 milioni di americani per una gigantesca dimostrazione in favore dell'ambiente.  Quest’anniversario sarà festeggiato in oltre 170 paesi attraverso migliaia di eventi.
Oggi, ribadiamo il nostro incondizionato sostegno ai movimenti per l'acqua pubblica nel mondo ed in particolare ai Comitati per l'Acqua Pubblica Campania, che hanno guidato, per ben 5 anni, la lotta contro il continuo tentativo di mercificare l'acqua in Campania da parte della giunta di centrodestra. Il 14 aprile 2015, la giunta uscente ha fallito nel suo tentativo di privatizzare l’acqua! Chi si schiera ancora oggi con Caldoro e i suoi alleati è un semplice affiliato ad un cartello politico che appoggia interessi privati contro il popolo campano. Costoro vogliono mercificare l'acqua togliendola dal controllo pubblico e consegnandola a società di capitale che la userebbero per farne profitto.  Queste società investirebbero di seguito i facili guadagni sull'acqua in speculazioni o peggio ancora in operazioni per distruggere con il principio dello sfruttamento incondizionato il nostro pianeta, imponendo logiche di emarginazione e di colonizzazione dei sud del mondo.  E' fondamentale bloccare la monetizzazione dei beni primari che la natura ci ha messo gratuitamente a disposizione. La popolazione campana ha già subito troppe devastazioni ambientali ed è ora di dire basta! E' necessario difendere l'acqua pubblica, creando posti di lavoro attraverso la gestione della rete idrica abbattendo logiche di profitto su questo bene comune, sconfiggendo tutte le clientele di infimo livello che vi girano intorno. 


Ci piace citare padre Alex Zanotelli: "Riteniamo che privatizzare l'acqua sia come pensare di privatizzare la madre. Perché l'acqua è la madre. L'acqua è vita. Ed è con questa convinzione che abbiamo attraversato Roma. Un lungo pellegrinaggio scandito da tanti slogan. Ne voglio ricordare due: 'Fuori l'acqua dal mercato' e 'Fuori il profitto dall'acqua'. Sono convinto che questo movimento sia una delle realtà più belle che sono nate in questi anni. Perché è unito, aldilà delle fedi e delle ideologie, e dà un senso di profonda solidarietà umana, fraternità e gioia d'incontrarsi."

L'acqua è un bene comune fondamentale per la vita, da preservare nella qualità oltre che nella quantità, e di cui dobbiamo assumerci tutti la responsabilità diventando parte attiva di un'auspicata politica di gestione e tutela delle nostre risorse idriche, per un'acqua pubblica e accessibile a tutti. Il nostro movimento fa sua la politica di tutela delle risorse idriche che può rappresentare un'opportunità anche in termini economici, specialmente se si applica il concetto che chi inquina deve pagare.
Il nostro Acquedotto Carolino

Concludiamo con i tre punti dell'analisi politica di Vandana Shiva (uno dei massimi esperti mondiali di acqua), che abbiamo fatto anche nostri: 

1.  I sistemi economici non democratici che centralizzano il controllo sulle decisioni e sulle risorse e sottraggono alla popolazione occupazioni produttive e mezzi di sostentamento creano una cultura dell'insicurezza. 

2.  La distruzione del diritto alle risorse e l'erosione del controllo democratico sui beni naturali, sull'economia e sui mezzi di produzione minano l'identità culturale. 

3.  I sistemi economici centralizzati erodono anche la base democratica della politica. In una democrazia, l'agenda economica coincide con l'agenda politica.

**********
Rilanciamo il video con le dichiarazioni di Vincenzo De Luca sulle trivellazioni e sulla necessità di proteggere l'acqua pubblica.


Rispetto al problema dell'acqua, sappiate che io sono contro le trivellazioni, contro i pozzi petroliferi. Andiamo a fare le perforazioni nel Vallo di Diano o addirittura qualcuno ipotizza di fare le trivellazioni nell’Alta Irpinia dove abbiamo il bacino imbrifero più grande ed importante d’Europa. Vi vorrei invitare ad andare a Caposele, dove c’è una struttura bellissima in muratura: l’Acquedotto Pugliese, costruito dove partono le sorgenti, un capolavoro da un punto di vista ingegneristico.Immaginare di andare a fare lì le perforazioni petrolifere vuol dire essere dei depravati. In questo modo non solo mettiamo a rischio l'acqua, ma abbiamo immaginato di fare un unico gestore regionale per le acque. Questo è assurdo! Noi abbiamo proposto di avere cinque ATO (ambito territoriale ottimale), una dimensione ragionevole fra riduzione dei costi e gestione corretta e vicina ai territori e ai cittadini. Noi siamo per avere un governo pubblico delle acque. #MaiPiùUltimi
Posted by Vincenzo De Luca on Mercoledì 25 marzo 2015

domenica 19 aprile 2015

Vincenzo De Luca a Pozzuoli

I Meridionalisti Democratici, membri della coalizione elettorale "Il Sud con De Luca presidente", nata da un accordo con il Movimento d'Insorgenza Civile, hanno accolto Vincenzo De Luca a Pozzuoli il 19 aprile 2015 in occasione dell'apertura della campagna elettorale del Partito Democratico puteolano.


mercoledì 15 aprile 2015

Meridionalisti in campo con De Luca Presidente

Mario Gallo, segretario del Movimento di Insorgenza Civile, e Alessandro Citarella, Coordinatore Campano dei Meridionalisti Democratici, hanno annunciato oggi la realizzazione di una lista elettorale comune a sostegno del candidato governatore Vincenzo De Luca.  La lista, che sarà sostenuta anche da altri movimenti e associazioni attivi sul territorio, aventi sia vocazione ambientalista che di tutela dei pensionati e dei consumatori, sarà presente nelle cinque province campane e si chiamerà “Il Sud – con De Luca Presidente”. 

Gallo: “il sostegno a Vincenzo De Luca da parte delle nostre due formazioni meridionaliste nasce dalla condivisione della precaria situazione della Campania e del Sud nonché delle politiche da adottare per migliorarne le condizioni e la vivibilità”.  

Citarella: “i due movimenti hanno dimostrato che è possibile creare un fronte meridionalista, unito su temi specifici come la politica delle infrastrutture, la tutela dell’ambiente, la sicurezza e la legalità, creando i presupposti per un vero rilancio e riscatto dei nostri territori”. 

La scelta unitaria manifesta la volontà dei militanti delle due formazioni radicate sul territorio di mantenere la stretta collaborazione, avviata l’anno scorso, ben oltre l’appuntamento elettorale regionale del 31 Maggio 2015; l’obiettivo è creare le premesse per un progetto comune che unisca più formazioni meridionaliste del Sud.



sabato 11 aprile 2015

Divario Nord-Sud: tutto iniziò con l’Unità d’Italia. L’incapacità ‘genetica’ non c’entra


Distribuzione del PIL pro capite su base regionale rispetto alla media nazionale (Vittorio Daniele e Paolo Malanima, 2013)

di Alessandro Cannavale

Ancora una volta, gli scritti dei grandi meridionalisti del passato trovano un riscontro perfettamente congruente in studi e ricerche attualissimi.  Francesco Saverio Nitti, politico lucano e grande esperto di finanze, ne “Il bilancio dello Stato dal 1862 al 1897” sostenne che l’Italia del Regno delle Due Sicilie portava in dote “minori debiti e più grande ricchezza pubblica”, fino a ricordare che nel primo periodo si ebbe un notevole “esodo di ricchezza dal Sud al Nord”.

Dunque, al contrario di quanto – purtroppo – si continua a leggere e dire a sproposito circa l’incapacità – persino genetica – delle genti del Sud di produrre sviluppo e progresso, lo scenario senza veli e pregiudizi è ben diverso: gli Stati preunitari versavano in condizioni tra loro affini, se non congruenti. La grande soluzione di continuità che innescò la creazione e l’accrescimento del divario tra Nord e Sud del paese furono proprio il processo di unificazione risorgimentale e, soprattutto, le successive politiche in materia di industrializzazione e infrastrutturazione.

In “La finanza italiana e l’Italia meridionale”, ancora Nitti: “Nei venti anni che seguirono l’unità, le più grandi fortune furono fatte quasi esclusivamente dagli imprenditori di opere di Stato: e fra essi non vi erano quasi meridionali, come un documento parlamentare, presentato dall’on Saracco, dimostra a evidenza. La situazione della Valle Padana ha reso più facile la formazione delle industrie, cui la politica finanziaria dello Stato, in una prima fase, e in una seconda le tariffe doganali, hanno preparato l’ambiente; di quasi tutte le industrie di cui lo Stato italiano negli ultimi trenta anni ha voluto assumere la protezione, nessuna quasi è meridionale: dalla siderurgia allo zucchero, dalle industrie navali alle industrie tessili, ecc., tutto è nelle mani degli stessi gruppi capitalistici”.

Per continuare a leggere l'articolo di Alessandro Cannavale sul suo blog sul sito de "Il Fatto Quotidiano", fai clic su questo link

Chi è Alessandro Natale (dal suo blog): 
Ingegnere per formazione, ricercatore per lavoro, meridionalista per passione. Sono nato a Bari nel 1977. Mi occupo di nanotecnologie per l’efficienza energetica in edilizia e mi lascio appassionare dalle storie del vecchio, amato Sud. Nel far tutto, trovo ispirazione negli esempi mirabili di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per denunciare le ingiustizie subite, ancor oggi, dalle regioni meridionali.