martedì 12 febbraio 2013

Voto meridionale alla Lista Monti? No grazie!


Nel caso del primo ministro uscente Mario Monti e della sua coalizione, è possibile sviluppare un’opinione meridionalista rispetto al voto per le prossime elezioni analizzando non solo quello che propone per il Sud nel suo programma elettorale, ma anche cosa abbia fatto il suo governo negli ultimi quindici mesi nei confronti dei nostri territori.  Nell'analisi è anche utile esaminare che cosa ha proposto e messo in atto il Governo Monti rispetto alle classi meno abbienti, ai disoccupati, ai lavoratori, fra cui si contano anche molti nostri emigrati al Nord.

Dall'analisi emerge che l’azione del governo Monti è stata deleteria per quanto riguarda i settori della Sanità, del Lavoro, dell’Ambiente, dei Trasporti, delle Infrastrutture, del Welfare, delle Pensioni, del Diritto allo studio, del Programmi scolastici, dei Tributi, e del Patrimonio artistico.  Con qualche eccezione inerente al pregevole lavoro svolto dal ministro per la coesione sociale, Fabrizio Barca, il governo Monti ha ignorato l’esistenza del Sud.  E’ sintomatico notare che il ministro Barca non abbia seguito Monti nell’avventura politica e che nessun partito o coalizione lo abbia voluto o convinto ad entrare in una delle “cordate” per la nuova legislatura.

Esaminiamo cosa ha fatto il governo Monti nei diversi settori.

Nella sanità, il governo Monti ha fatto tagli lineari del 5%, penalizzando molto le regioni, quasi tutte al Sud, già deficitarie.  La sanità nel Sud ha fatto grossi passi indietro, con interi reparti chiusi e con una forte emigrazione di malati verso gli ospedali del Nord, causando nuove perdite nei conti economici delle nostre regioni.

Per quanto riguarda il Lavoro, che sembrava dover diventare un cavallo di battaglia del governo Monti, nel 2012 si sono persi 609.500 posti di lavoro, con un rapporto di due posti persi al Sud per ogni posto perso al Centro Nord.  Nel 2013, la disoccupazione nel Sud è stimato al 17,9%, sei punti e mezzo in più rispetto alla media nazionale. Questo dato è ancora più drammatico quando si considera che al Sud la stragrande maggioranza delle famiglie sia monoreddito e che al centro-nord lavorano più persone per famiglia e con redditi più alti dal 25 al 50 % rispetto al Sud.

Nel campo dell’ambiente, il Governo Monti, con il suo ministro Corrado Clini, si è evidenziato per aver trasferito dallo Stato alle Regioni la responsabilità delle bonifiche dei siti, anche quelli militari, considerati d’interesse nazionale, in base alla legge 134/2012.  Nel Sud questa decisione del governo Monti è particolarmente disastrosa perché le importanti bonifiche che si sarebbero dovute eseguire già da oltre 10 anni con leggi varate ma mai finanziate, ora saranno di competenza regionale, con le nostre regioni che sono deficitarie.  La beffa oltre al danno è che l’inquinamento nella stragrande maggioranza dei siti da bonificare è stato causato da ditte del centro nord, che dopo aver sfruttato il territorio, hanno potuto portare via anche i guadagni.

Nel campo dei trasporti, ci sono due pesi e due misure, da sempre: mentre al nord in qualche maniera si effettua la manutenzione su tutto quello che è di proprietà dello Stato e i tagli di spesa sono eseguiti in misura abbastanza marginale, al Sud si continuano a tagliare interi collegamenti oppure ad allungare a dismisura i tempi di percorrenza, rendendolo sempre meno competitivo e sempre più difficile il viverci.
Nelle infrastrutture si segue la stessa procedura dei trasporti, con meno manutenzione, o con situazioni paradossali, come quella della Tangenziale di Napoli, di cui circa 7 milioni di euro annuali di utili finiscono nelle casse di una nota famiglia trevigiana, mentre questa cifra servirebbe per la manutenzione della viabilità napoletana.

Nel settore del welfare, la Cassa Integrazione Guadagni (CIG) pagata in quantità industriale al nord aiuta molto la sopravvivenza delle famiglie settentrionali, mentre al sud ne arriva poca, mentre si propongono altre chiusure di impianti e il ribasso dei salari. Gli aiuti alle famiglie sono letteralmente scomparsi e nulla è stato proposto dal Governo Monti per alleviare la difficile situazione di tante famiglie.
Le Pensioni sono diminuite in valore, tra blocchi delle rivalutazioni, diminuzione del potere d’acquisto e per numero poiché con la riforma Fornero l’Italia è diventata il paese UE con la più elevata età per andare in pensione.

Diritto allo studio: il governo uscente, con il ministro Fabrizio Profumo, sta provando a introdurre una differenziazione nei parametri per l’assegnazione delle borse di studio secondo dove si studia, ovviamente in favore del nord, e vuole anche l’avallo dei Presidenti delle Regioni.

Nei programmi scolastici, da cui sono spariti molti autori del sud, il Governo Monti non ha fatto nulla per eliminare questo stupro alla cultura. Quale voto vuole il ministro Profumo per il suo comportamento? Eppure, in questo caso, non si trattava di denaro ma solo di contenuti, e l’intervento del governo poteva sicuramente essere fatto senza doversi preoccupare della “spesa”.

Nel campo della riscossione dei tributi, era prevista la sparizione di Equitalia, la quale è ancora al suo posto e assieme alle decisioni del governo, sembrerebbe aver prodotto il più alto numero di suicidi collegati a questioni fiscali, nella storia italiana. Nel 2012, Adusbef e Federcosumatori hanno stimato che i pignoramenti raggiungeranno quota 100 mila.  Il recupero coattivo degli sgravi che erano stati dati in busta paga ai dipendenti per le prestazioni aggiuntive di lavoro hanno causato prelievi di centinaia e centinaia di euro dalle buste paga di dicembre 2012, gennaio e febbraio 2013. E’ una gabella dal valore terrificante, spesso del valore di un’intera mensilità e di cui nessuno vuole parlare.

Nella tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico, il governo Monti è riuscito ad andare peggio del ministro berlusconiano Sandro Bondi. Sono finanziate solo attività estemporanee con affido diretto a ditte, e c’è da chiedersi da dove provengono? Facile indovinare.  Nel Sud, a fronte di un impressionante numero di visitatori, interessati al vastissimo patrimonio artistico, archeologico, paesaggistico, corrisponde un servizio statale gestito in maniera suicida. La soluzione proposta dal governo è di privatizzare, compartecipare con i privati, e cose del genere.

In breve, i meridionali, la gente dei nostri territori non ha nessun motivo al mondo per votare per il primo ministro uscente, Mario Monti, e per la sua coalizione.

Alessandro Citarella -- Coordinatore Campano, Meridionalisti Democratici - federalisti europei