martedì 8 dicembre 2015

Fondi europei--tallone d'Achille del Movimento Meridionalista

--Tony Quattrone


Si attende di conoscere la lista delle priorità che il governatore della Campania, Vincenzo de Luca, ha presentato qualche giorno fa al governo italiano rispetto ai piani di spesa per il cofinanziamento dei fondi europei per il periodo 2014-2020. Da un articolo di Ottavio Lucarelli, pubblicato sulle pagine napoletane de "La Repubblica" dell'8 dicembre 2015, si evince che il governatore mira a mettere in atto alcuni punti salienti del suo programma elettorale, ovvero la creazione di due zone economiche speciali per i porti di Napoli e Salerno, oltre a consistenti investimenti in infrastrutture, trasporti, aerospazio, ambiente e bonifiche.  

I fondi europei per il sud dovrebbero ammontare a 4,1 miliardi. Il cofinanziamento italiano dovrebbe raggiungere 3 miliardi. Non è chiaro se il governo italiano cofinanzierà o se abbia già cofinanziato la differenza, o se questa differenza non abbia bisogno di alcun cofinanziamento nazionale per essere poi elargito da Bruxelles. Così come non è chiaro se i 450 milioni già inseriti dal governo nella manovra di fine anno per la "Terra dei fuochi" e per Bagnoli facciano parte di un cofinanziamento per la spesa di fondi europei. Non è nemmeno chiaro come saranno ripartiti i finanziamenti nell'intero territorio del Mezzogiorno. Questa mancanza di chiarezza sulle cifre, sui cofinanziamenti, sui progetti e, infine, sulla suddivisione geografica dello stanziamento dei fondi è ormai la costante che caratterizza la strategia della comunicazione governativa nei confronti del Mezzogiorno, ma è anche la rappresentazione di quanto deve ancora maturare l'intero Movimento Meridionalista per diventare forza di governo, sviluppando una classe dirigente, identitaria ed altamente qualificata, composta da professionisti, imprenditori, amministratori e politici capaci di attuare sia i piani proposti e approvati dall'Europa sia quelli generati nei nostri territori, rendendoli parte di unico sistema. 

Il governatore De Luca sarebbe intenzionato ad utilizzare le risorse del Fondo sociale europeo per incrementare la decontribuzione per le assunzioni nei nostri territori e vorrebbe destinare 352 milioni dei fondi europei a favore del sistema produttivo. Dall'articolo di Lucarelli si comprende che circa il 30% dei 4,1 miliardi di fondi europei dovrebbero favorire innovazione, ricerca e agenda digitale. Purtroppo, non per colpa del bravo Lucarelli, ma per lacune ancora da colmare nel Movimento Meridionalista, quali la mancanza di strumenti di indagine e di gruppi di lavoro volti a decifrare le politiche finanziarie europee e nazionali, non è chiaro cosa vorrebbero fare, nei dettagli, né il governatore della Campania né i governatori delle altre regioni del Sud.

Il Movimento Meridionalista deve, nel suo complesso, sviluppare le competenze necessarie per la gestione dei finanziamenti europei, del sistema del cofinanziamento nazionale e delle assegnazioni di fondi italiani indipendenti dai finanziamenti europei. È auspicabile che in futuro si parli di fondi europei non per denunciare l'incapacità di spendere quanto assegnato dall'Europa, ma per promuovere nuovi progetti e tirare le somme su quelli attuati. Di pari passo si dovrà raggiungere una massa critica elettorale tale da imporre al governo italiano la destinazione di somme eque del bilancio dello Stato ai nostri territori.  

È anche necessario che amministratori locali e parlamentari eletti nel Sud facciano sistema, in quanto, ad oggi, si registra l'assenza di qualsiasi coordinamento fra i governatori delle regioni del Mezzogiorno, membri dello stesso partito, il PD, forse tenuti separati dall'abile Primo Ministro, attraverso l'antica locuzione latina del "divide et impera", che nel humus del male dell'individualismo meridionale, attecchisce bene.

domenica 6 dicembre 2015

MERIDIONALISTI DEMOCRATICI: Amministrative in Bretagna: i Meridionalisti Democ...

MERIDIONALISTI DEMOCRATICI: Amministrative in Bretagna: i Meridionalisti Democ...: Il logo dell'Union Démocratique Bretonne Alessandro Citarella Oggi, 6 dicembre 2015, si tiene il primo turno delle elezioni regi...

Amministrative in Bretagna: i Meridionalisti Democratici sostengono l’Unione Democratica Bretone!

Il logo dell'Union Démocratique Bretonne


Alessandro Citarella

Oggi, 6 dicembre 2015, si tiene il primo turno delle elezioni regionali in Francia. I sondaggi indicano che dei 44 milioni di cittadini che hanno diritto al voto in questo turno elettorale, circa la metà si asterrà.  Ricordiamo che si vota fino alle 20 di questa sera.

La legge elettorale francese applicabile in queste regionali prevede che il partito che otterrà la maggioranza assoluta dei voti al primo turno riceverà in primo luogo un quarto dei seggi, mentre i restanti seggi saranno distribuiti secondo il metodo proporzionale fra tutti i partiti che avranno superato lo sbarramento del 5%. Tuttavia, se nessun partito conquistasse la maggioranza assoluta dei voti, ci sarà bisogno di un secondo turno in cui potranno partecipate solo i partiti che avranno preso più del 10% durante la prima tornata.

Ci attendiamo, purtroppo, una generalizzata affermazione della destra xenofobo e razzista, sia per la forte richiesta di sicurezza dopo gli attentati di Parigi di pochi settimane fa, sia per le divisioni interne alla sinistra, certamente esasperate anche dalle decisioni governative in linea con politiche liberiste e filo-finanziarie, piuttosto che progressiste e attente al sociale.

I Meridionalisti Democratici-federalisti europei seguono, in particolare, con grande attenzione le elezioni che si tengono in Bretagna per quanto accomuna i nostri due popoli.  Entrambi sono vittime del colonialismo e del neo-colonialismo, dove i rispettivi stati, francese e italiano lavorano per la cancellazione dell’identità.  I nostri popoli hanno bisogno di abbracciare una visione sociale progressista, di difesa dell’ambiente e di rilancio e riscatto delle proprie tradizioni economico-culturali, inserendole in un sistema europeo di cooperazione e di rispetto per l’uomo e per i territori in cui esso vive, e in forte contrapposizione con l’ideologia della concorrenza liberista. Ogni popolo deve essere libero di determinare la propria esistenza sulla base delle proprie scelte e della propria storia e cultura, in una visione di rapporti di pace basati sì sullo scambio di merci e servizi, ma che abbia regole etiche basate sul rispetto per l’essere umano, con una distribuzione del benessere, materiale e non, seguendo una visione della vita alternativo a quella consumistica governata e sostenuta da forze economico-finanziarie.

Le liste dell’Unione Democratica Bretone (UDB) vedono presenti giovani militanti, e questo è un segno ed un segnale forte del lavoro culturale e politico fatto negli ultimi decenni in Bretagna, rendendola una regione modello sotto gli aspetti della qualità della vita e del rispetto di tutti i principi che prima abbiamo enunciato.

Sosteniamo quindi il percorso politico dell’UDB e l’identità bretone per una Europa dei popoli e non della finanza e delle multinazionali.



Gwenn ha du, letteralmente “bianco e nero”, è la bandiera bretone realizzata da Morvan Marchal nel 1923. Le sue 5 strisce nere rappresentano i 5 antichi vescovadi dell'Alta Bretagna: Rennes, Nantes, Dol, Saint-Malo e Saint-Brieuc. Le 4 strisce bianche rappresentano i vescovadi della Bassa Bretagna: Léon, Cornouaille, Vannes e Tréguier. Gli ermellini evocano l'antico ducato, poiché questo piccolo animale era un simbolo del potere.

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Dal sito ufficiale dell'UDB:

"La Unione Democratica Bretone è un partito politico di sinistra, bretone ed ecologista. La sua attività è finalizzata ad attribuire rilevanti poteri regionali, per l’autonomia nell'ambito della Repubblica Francese e in una Europa federale.
Presente in tutte le consultazioni elettorali, l’UDB intende applicare politiche solidali in favore dello sviluppo duraturo dell’economia e della società bretoni. L’UDB auspica la riunificazione della Bretagna in cinque dipartimenti, con la Loire-Atlantique."

martedì 10 novembre 2015

Napoli 2016: i meridionalisti democratici a confronto su Luigi de Magristis

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Continua il dibattito interno sulle elezioni napoletane del 2016




I rappresentanti delle sezioni napoletane dei Meridionalisti Democratici, durante una riunione indetta il 9 novembre 2015 presso la sede di Pozzuoli, dopo aver ascoltato le relazioni del Coordinatore Provinciale, Antonio Ciniglio, del Coordinatore Regionale Alessandro Citarella e dei membri dell'Ufficio di Presidenza, Nicola Olivieri e Tony Quattrone, a proposito dell’incontro con il Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, avvenuto 4 Novembre 2015, e dopo un articolato e intenso dibattito hanno deciso di approvare la seguente mozione presentata dai delegati delle Sezioni di Somma Vesuviana, Nola e Palma Campania:


I delegati delle Sezioni Meridem di Somma Vesuviana, Nola e Palma Campania


PRESO ATTO

Della crisi profonda che attanaglia i partiti tradizionali, così come configuratisi con la cosiddetta “seconda repubblica”;


CONSIDERATO

Il grave stato di disagio diffuso anche nella sinistra dello schieramento politico nazionale – segnatamente nel partito democratico – da ultimo con la sconcertante vicenda del defenestramento del Sindaco di Roma;


VALUTATI

I crescenti segnali di insofferenza manifestati da molti primi cittadini – a cominciare da Luigi de Magistris – e governatori regionali nei confronti degli apparati burocratici e partitici centrali;


PRESO ATTO

Altresì della montante protesta popolare sinora canalizzata nel crescente consenso al movimento cinque stelle, con il presente 


ORDINE del GIORNO

Impegnano gli organi esecutivi del Partito a promuovere, anche nella prospettiva della partecipazione alla prossima tornata elettorale amministrativa, ogni azione utile all'aggregazione di tutti i gruppi meridionalisti operanti sul territorio, a mezzo della nomina di una commissione all'uopo dedicata, nella prospettiva più immediata della presentazione di liste unitarie, ed, in ottica di più lungo respiro, della nascita di una vera e propria Costituente meridionalista.



I rappresentanti delle sezioni napoletane dei Meridionalisti Democratici, durante una riunione indetta il 9 novembre...
Posted by Meridionalisti Democratici on Lunedì 9 novembre 2015

domenica 1 novembre 2015

Calamità naturali: il Sud trattato come colonia dal governo toscopadano

Il sannio e il messinese: trattati come colonia italiana



Don Alfono Calvano, direttore della Caritas sannita: "Sono certo che se un disastro simile fosse accaduto nel Nord Italia, il governo e la classe dirigente nazionale avrebbero mobilitato tutto e tutti a cominciare dai media.


Vai al minuto 16 nel video del Tg2000 del 31 ottobre 2015 - Edizione delle 18.30


Messina senza acqua da una settimana dopo una frana


dal TG2000 del 30 ottobre 2015

venerdì 16 ottobre 2015

Rappresentanti sindacali e associazioni fanno squadra nei Campi Flegrei

Il 7 e il 14 ottobre 2015 si sono riuniti presso la sede dell'Associazione per il Meridionalismo Democratico (AMD) a Pozzuoli i rappresentanti di: AMD, Osservatorio per la Tutela dell’Ambiente e della Salute, Acli Dicearchia, Legambiente Quartum, CNR, Artemide, Cisl, Uil zona flegrea, Cgil-Cisl-Uil pensionati zona flegrea, Eco della Fascia Costiera, Commissione Pari Opportunità.

domenica 27 settembre 2015

Le Quattro Giornate di Napoli: Così Napoli difese i suoi ebrei

Flavio Pagano

Il 6 ottobre 1943, alle 20.22, Herbert Kappler — capo della polizia tedesca a Roma — telegrafa al suo superiore Wolff a Berlino: «L’Ufficio Centrale per la Sicurezza del Reich ha inviato il capitano Dannecker per catturare tutti gli ebrei in un’azione lampo e deportarli in Germania. A causa dell’atteggiamento della città di Napoli e delle conseguenti, incerte condizioni operative, l’operazione non ha potuto essere realizzata. I preparativi per l’azione a Roma sono stati invece conclusi». Napoli dunque, e non Roma, avrebbe dovuto essere teatro della prima retata antisemita in Italia, dopo la caduta di Mussolini del 25 luglio 1943. Nella capitale il rastrellamento, minuziosamente preparato, avrebbe ricalcato il tragico copione già sperimentato a Parigi nel luglio dell’anno prima, ma a Napoli non c’erano più le «condizioni operative». Dal testo del telegramma si evince inoltre che la destinazione dei deportati non sarebbe stata quella di Auschwitz-Birkenau, in Polonia, ma la Germania, il che induce a ritenere che non se ne progettasse lo sterminio nelle camere a gas, ma il cosiddetto «sterminio mediante lavoro», risultato pressoché inevitabile del regime di «campo di concentramento duro».

Diversamente da quanto accaduto altrove, in Italia il passaggio alla fase operativa dei rastrellamenti fu fulminea. La parte preliminare e «burocratica» era stata di fatto già compiuta dal regime fascista, che aveva cercato di diffondere un sentimento antiebraico nell'opinione pubblica, emanato le leggi razziali, ed effettuato la schedatura degli ebrei. I fascisti di Napoli, nello sbando generale che intercorse tra l’armistizio e la fondazione della Repubblica Sociale (nata ufficialmente il 23 settembre), non avevano tuttavia fatto in tempo a riorganizzarsi al fianco dei camerati tedeschi contro gli improvvisati partigiani partenopei. E le autorità tedesche, sebbene avessero percezione del clima instabile che serpeggiava tra le fila della popolazione, non erano in grado di fare previsioni sull'evolvere degli eventi.


Continua a leggere l'articolo (pubblicato il 27 gennaio 2010) sul sito del Corriere del Mezzogiorno

Oggi si vota in Catalogna: Il regime mediatico mistifica i fatti


Elezioni Regionali in Catalogna il 27 settembre 2015


 Alessandro Citarella


Il 27 Settembre si svolgono le elezioni regionali in Catalogna. Da un lato le principali forze politiche catalane di matrice indipendentista provano a vincerle per cambiare i rapporti di forza con il governo centrale di Madrid e con l’Europa dei banchieri e delle multinazionali, dall’altra c’è il solito nutrito schieramento di politici non-spagnoli che mettono becco nella sovranità decisionale dei popoli spagnolo e catalano agitando anche minacce molto pesanti. Questo è inaccettabile. I popoli democraticamente possono decidere della loro vita, soprattutto in contrapposizione di prende decisioni da lontano e senza tenere in alcuna considerazione le reali volontà di chi ha una identità e vuole mantenerla.  Tuttavia, è necessario fare attenzione quando regioni ricche come la Catalogna voglio staccarsi dello stato centrale senza prima definire, come parte fondante del proprio programma politico, la solidarietà perché ci ricorda moltissimo i propositi della Lega Nord in Italia: “vado via perché sto meglio di tutti e non voglio dividere il mio benessere con nessun altro…”, anche se magari questo “benessere” si è accumulato nel corso di un secolo e mezzo sulle spalle di altri che vivono più a sud…

Bandiere scozzesi e catalane
Tornando alla Catalogna, sono solo elezioni regionali, che per gli indipendentisti catalani sono il primo passo per ottenere un referendum con cui decidere poi, in seguito, se vogliono l’indipendenza dalla Spagna. Tuttavia, tenendo conto che la Costituzione spagnola non prevede tale tipo di referendum, c’è da chiedersi perché la stampa, di proprietà dei ricchi di mezza Europa, spaccia queste elezioni come “il referendum per l’indipendenza?”  Bene, tra i punti più rilevanti del programma politico dei catalani ci sono cose come “avere una Banca propria” e “l’impiego delle tasse per i catalani …”.  Sono quindi un nemico da stroncare subito, anche usando in modo vergognoso la minaccia che il Barcellona e Messi giocheranno su un campo polveroso, come ha scritto finanche “Il Fatto”. Questo è inaccettabile!  L’Europa dei popoli è questa, quella che vuole tenere lontano non un’organizzazione centralizzata, ma una organizzazione centralistica che vuole sottomettere le volontà dei singoli popoli (circa 6 milioni in Catalogna) agli interessi delle multinazionali, delle banche e, soprattutto, alla volontà di capi di stato di altri paesi. E’ come dire che qualcuno che abita a Londra abbia il diritto di decidere cosa mi fa piacere fare a casa mia. Cosa succederebbe se invertissimo l’ordine delle cose?  Ad esempio se organizzazione, lingua, cultura, tasse, stile di vita di Parigi lo decidesse Barcellona?

Ci attendiamo quindi una vittoria degli indipendentisti in Catalogna come è accaduto da pochissimo in Scozia, dove lo Scottish National Party ha vinto conquistando, di fatto, quasi tutti i seggi. Cosa è accaduto il giorno dopo?  Semplicemente che le Banche, il governo di Londra e la politica europea basata sugli interessi dei ricchi devono ora fare i conti con chi tutela gli abitanti scozzesi e non quelli di chi fa gli interessi delle Borse. Se ne avvantaggeranno tutti, per una vita migliore, e non per migliori performance dei titoli in borsa a scapito delle persone.

Allora basta mistificazioni: vogliamo un voto libero, senza minacce di ritorsioni da parte dei ricchi d’Europa e con i giornali di regime, e sono purtroppo molti, che raccontano mezze verità ridicolizzando cose e persone , non facendo cronaca onesta ma orientamento politico, probabilmente dettato dalle proprietà.


domenica 13 settembre 2015

Con Gianni Pittella parlando di Meridione

I Meridionalisti Democratici con l’On. Gianni Pittella, presidente dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento Europeo (S&D), parlano di Sud e di Europa e delle prossime iniziative da fare assieme per il rilancio e il riscatto del Sud, il 13 settembre 2015, Cortile di Santa Chiara, Napoli



I Meridionalisti Democratici con l’On. Gianni Pittella, presidente dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei...
Posted by Meridionalisti Democratici on Domenica 13 settembre 2015

sabato 12 settembre 2015

Il meridionalismo è lotta sociale

Intervista al prof. Vincenzo Crosio, segretario della sezione flegrea dei Meridionalisti Democratici e Direttore del Centro Studi Sandro Pertini (Napoli) sul tema del meridionalismo come lotta sociale





sabato 5 settembre 2015

Quarto: Alluvione da "5 Stelle"

Quarto (Napoli): Alluvione a "5 Stelle"

Antonio Brescia, consigliere comunale di Quarto, aveva chiesto al sindaco Rosa Capuozzo (del Movimento 5 Stelle) con un'interrogazione protocollata il 24 luglio 2015, lo stato della manutenzione dei cigli stradali, dei canali e delle vasche di raccolta delle acque in vista dell'arrivo del solito periodo di intensa piovosità, tradizionalmente previsto per agosto-settembre. Oggi è arrivata una forte pioggia e Quarto è rimasta completamente allagata e paralizzata. Ovviamente il Sindaco e la giunta a "5 stelle" non avevano fatto nulla per evitare che si allagasse la città, nemmeno la normalissima manutenzione richiesta dal Consigliere Brescia.

Quarto: Alluvione da "5 Stelle"
Quarto (Napoli): Alluvione a "5 Stelle"Antonio Brescia, consigliere comunale di Quarto, aveva chiesto al sindaco Rosa Capuozzo (del Movimento 5 Stelle) con un'interrogazione protocollata il 24 luglio 2015, lo stato della manutenzione dei cigli stradali, dei canali e delle vasche di raccolta delle acque in vista dell'arrivo del solito periodo di intensa piovosità, tradizionalmente previsto per agosto-settembre. Oggi è arrivata una forte pioggia e Quarto è rimasta completamente allagata e paralizzata. Ovviamente il Sindaco e la giunta a "5 stelle" non avevano fatto nulla per evitare che si allagasse la città, nemmeno la normalissima manutenzione richiesta dal Consigliere Brescia.
Posted by Meridionalisti Democratici on Sabato 5 settembre 2015