domenica 9 dicembre 2012

Comunicato dei Meridionalisti Democratici sulle dimissioni del Primo Ministro Mario Monti

Le diverse correnti nord-centriche della politica italiana hanno deciso che l’esperienza del governo “tecnico” ha cessato il suo ruolo impopolare mirante a rimettere in sesto, almeno parzialmente, i conti malandati dello Stato italiano, attraverso misure restrittive sulla spesa pubblica e un generale rialzo della tassazione diretta e indiretta.


Dal punto di vista del capitalismo nord centrico, le azioni del governo Monti sono perfettamente in linea con un modello economico che mira ad assicurare che il Nord  cosiddetto “produttivo” possa tornare a competere sui mercati mondiali

consolidando lo strangolamento dell’economia del Sud attraverso l’invasione di merci e servizi prodotti al Nord e la generale eliminazione delle poche infrastrutture che potevano favorire l’imprenditoria dei nostri territori.

La conclusione dell’esperienza Monti è un fatto puramente interno al comitato d’affari della borghesia finanziaria, industriale e commerciale dell’Italia settentrionale.

Il Sud non è sulla mappa di nessuno dei partiti nazionali italiani se non per le varie strategie elettorali – quelle che dal dopoguerra a oggi hanno incrementato clientelismo, assistenzialismo, corruzione, favorendo l’imperversare del crimine organizzato, distruggendo qualsiasi capacità produttiva e di economia locale nei nostri territori.

Che cosa cambierà per il Sud con l’archiviazione dell’esperienza Monti?   Che cosa cambierà con le prossime elezioni e la formazione di un nuovo governo nord centrico, che secondo  tutti i maggiori sondaggi dovrebbe essere guidato dal Partito Democratico?  Purtroppo , le nostre conclusioni sono che per il Sud non si prospetta nulla di positivo.