Da sinistra a destra, Massimiliano Gargiulo, Biram Dah Abeid, Alessandro Citarella e Yacoub Diarra |
Due rappresentanti dei Meridionalisti Democratici, Massimiliano
Gargiulo e Alessandro Citarella, insieme all'Associazione Sinistra Civica Città
Vesuviana hanno partecipato all'incontro organizzato dal Comitato di Sostegno a
Biram Dah Abeid, presidente dell'IRA-Mauritania (Initiative de Resurgence dumouvement Abolitionniste de Mauritanie), a Napoli lo scorso 1 marzo 2014. L’IRA-Mauritanie è un movimento
pacifista che si batte per i diritti umani ed è impegnato nella lotta contro la
schiavitù, il razzismo ed il sistema di divisione in caste che in effetti vige
nella società di quel Paese. Biram è candidato alle elezioni presidenziali che si terranno nel
prossimo luglio in Mauritania.
Le rappresentanze dell'IRA in Italia e in altri paesi europei hanno
come scopo la divulgazione della storia dello schiavismo moderno (per nascita)
in Mauritania, ufficialmente cessato per legge nel 1981 e sanzionato penalmente
solo dal 2007, e la diffusione delle iniziative per sensibilizzare l’opinione
pubblica mondiale affinché siano cancellate le condizioni di costrizione che
sono ancora purtroppo presenti in quel Paese.
Da fonti dirette ed indipendenti abbiamo appreso che, sia a causa di
un retaggio culturale che per l’estrema povertà che insistono in Mauritania, circa
il 20% dei quasi 4 milioni dei suoi abitanti vivono ancora oggi di fatto in
condizioni di schiavitù. La mancanza di alternative economiche e culturali ha
lasciato quasi immutate le condizioni di dipendenza da caste superiori che, pur
essendo numericamente minoritarie, detengono il potere nel Paese; sono le
stesse caste che prima della legge del 1981 possedevano schiavi. Anche se la
schiavitù è palesemente praticata, non risultano processi penali in corso per
questo reato a tutt'oggi.
La popolazione Mauritana oggi è composta da un 20% di bianchi (Mori), di etnia arabo-berbera, che detiene il controllo della politica e dell'economia, e da un 80% di neri, di diverse etnie nero-africane, tra le quali c'è quella degli “ex schiavi” (Haratin). Il governo nega l'esistenza della schiavitù in quanto uomini e donne in questa miserrima condizione non vengono censiti all'anagrafe, sono civilmente inesistenti e quindi invisibili alle statistiche ufficiali.
E' palese che la modifica dello status quo non rientra affatto nei
programmi della casta al potere e nemmeno dell'attuale presidente di oggi,
anch'egli della stessa etnia. Un film come quello del Sudafrica purtroppo, dove
una larghissima parte di cittadini pare non debba avere possibilità di alcun
genere per cambiare la propria condizione di vita.
Non si hanno riscontri indipendenti a proposito dei fondi
internazionali che sono stanziati per far emergere dall'indigenza e dalla
completa ignoranza gli “invisibili”.
Osservatori stranieri non hanno mai presenziato alle operazioni di voto
e mentre per i berberi la registrazione all'anagrafe è un diritto, un
trattamento ben diverso è riservato ai neri.
Passi importanti sono stati fatti dal governo francese che ha
dichiarato, tramite il ministero degli esteri, il proprio sostegno all'azione
dell'IRA. La fondazione internazionale “Frontline Defenders” con sede a Dublino, che si batte per la difesa dei diritti umani e
civili nel mondo, ha assegnato a Biram nel maggio
2013 il premio “Front Line Award for Human Rights Defenders
at Risk” (un riconoscimento speciale per
coloro che difendono i diritti umani correndo grandi rischi personali), mentre le Nazioni Unite gli ha assegnato il prestigioso premio per iDiritti Umani nel dicembre 2013.
Oltre che offrire il nostro sostegno al presidente Biram Dah Abeid e
all'IRA-Mauritania-Ufficio Italia, nella persona del neo-presidente e nostro
amico Yacoub Diarra, facciamo appello a tutti i movimenti che si battono contro
ogni discriminazione e a tutte le persone di buona volontà per sostenere Biram
e la sua Associazione in Italia. Invitiamo,
pertanto, i nostri lettori a consultare il sito della sezione italiana di Amnesty International che mirabilmente pubblicizza rapporti e dati sulla
situazione della Mauritania.
La lotta contro il razzismo, per l'eguaglianza e per la democrazia non può e
non deve avere confini, perché essa stessa abbatte le frontiere e le
disuguaglianze.