sabato 8 dicembre 2012

Ferrovie dello Stato e Trenitalia: ancora contro il Sud!


Dopo aver pazientemente sopportato per un anno intero il tricolore su tutte le stazioni ferroviarie, su molte divise di ferrovieri, e dopo aver ascoltato Mauro Moretti, l’Amministratore Delegato del Gruppo Ferrovie, un emiliano sopravvissuto ai governi di sinistra e di destra, parlare come se queste fossero una sua proprietà, si è appreso che già sono in programma altri tagli ai treni della linea ionica che collegano Taranto a Reggio Calabria.  Per il governo nazionale, sembra che la politica dei trasporti nei nostri territori debba essere accentrata sulla gomma, aumentando i rischi per la sicurezza dei passegeri, l’inquinamento e i costi, penalizzando anche qualsiasi opportunità di ripresa economica per nostri imprenditori.


Durante le discussioni che si sono tenute nel corso delle recenti primarie della coalizione di centro-sinistra e le tempestive risposte provenienti da esponenti di centro e di centro-destra, tutti i politici e politicanti hanno riaffermato la centralità del “Sud” nelle prossime elezioni.  Sembra che questa “centralità” duri solo per il periodo precedente al voto e, semmai, per un breve periodo dopo, quando si regolano i “conti” con i portatori di voti.  Ci sono i soliti noti che hanno fatto promesse nel passato, ci sono quelli che promettono oggi, e ci saranno, sicuramente, quelli che verranno a promettere qualcosa nel prossimo futuro.

Per il momento, si può solo registrare che da parte dei politici e politicanti nazionali italiani ci sia solo un totale disinteresse materiale verso la distruzione sistematica delle infrastrutture su ferro nei nostri territori, tanto necessarie per sostenere l’imprenditoria che già esiste e per rendere competitiva quella che si cerca di creare con grandi difficoltà.  Sentir gli esponenti del governo italiano parlare di una vocazione “turistica” dei nostri territori sa tanto d’ipocrisia, specialmente quando si apprende che si vuole chiudere o ridurre drasticamente il collegamento della costa ionica.  Proporre alla gente dei nostri territori di cambiare "mentalità" per sviluppare politiche per attrarre investimenti nei nostri territori sa di demagogia quando nel frattempo si permette alle infrastrutture di scomparire.

Tuttavia, c’è chi non si arrende dinanzi allo smantellamento delle nostre linee ferroviarie.  Il movimento “Terra e Popolo” di Rossano (CS) ha inviato il 4 dicembre 2012 al Consiglio d'Amministrazione di Trenitalia, al Consiglio di Amministrazione di Rete Ferroviaria Italiana, all'Assessorato Regionale ai Trasporti, Calabria e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e per conoscenza, al Commissario Europeo per i Trasporti, e all'Agenzia Ferroviaria Europea – Organo UE (ERA) una lettera per chiedere di bloccare lo smantellamento della linea ionica, perché questa politica è “in piena e profonda contraddizione con il processo di infrastrutturazione costante e progressivo del resto del Paese e del continente il quale prevede . . . l'imposizione dall'alto, su altri territori, di opere costose, ed evidentemente poco aderenti alle esigenze delle comunità, come i tratti ad alta velocità.” Ci sono anche giovani come Roberto Galati, che non ci stanno.  Roberto,  che vive a Soverato (CZ), ha fondato l'Associazione Ferrovie in Calabria e, assieme ad “altri ragazzi appassionati di treni e ferrovie” sta monitorando la situazione e organizzando manifestazioni prima che sia troppo tardi.

Per i “Meridionalisti Democratici”, la politica dei trasporti è una questione fondamentale e strategica per il riscatto e il rilancio dei nostri territori.  Giustamente il movimento “Terra e Popolo” scrive nella sua lettera del 4 dicembre anche per conoscenza alle autorità europee a Bruxelles, perché i piani italiani per la nostra gente sono già tracciati da 152 anni: sfruttamento e emigrazione.  Le lobby finanziarie e politiche nord-centriche assieme alla mala politica e al crimine organizzato dei nostri territori hanno portato alla sistematica distruzione delle infrastrutture su ferro e la conseguente emarginazione e penalizzazione di tutto il Sud.

I trasporti sono dei cittadini, e non dei gruppi finanziari ben nascosti, che utilizzano l’opacità della comunicazione e la tracotanza di chi “comanda il vapore”.  -- Alessandro Citarella, Meridionalisti Democratici-federalisti europei